La Svizzera è tra i campioni del recupero del vetro usato, con un tasso di riciclaggio pari al 97%. Ogni cittadino ne getta, in media, 40 chili nella raccolta differenziata: ma tutto questo vetro dove va poi a finire?
Per scoprirlo, abbiamo seguito il viaggio di una bottiglia che abbiamo buttato via in un ecopunto di Lugano. Un viaggio che, passando dalla ditta Vismara & Co. SA a Davesco, ci ha portati allo stabilimento di Eurovetro a Origgio, in provincia di Varese. È qui che ogni anno 500’000 tonnellate di vetro usato (tra cui circa 5’000 provenienti da Lugano e altre località ticinesi) vengono trasformate in un granulato pronto per essere fuso e diventare un nuovo oggetto di vetro.
“Oltre 220 macchine in linea dividono il vetro per dimensione e separano vari materiali inquinanti” ci spiega Riccardo Galli di Eurovetro Recycling. Quotidianamente i camion, provenienti dal Ticino e soprattutto da svariate località italiane, scaricano vetro. E non solo: nella raccolta differenziata c’è di tutto, dai tappi metallici ai sacchetti di plastica.
Poi ci sono quei materiali che - anche se non sembra - non devono finire nella raccolta del vetro: si tratta della ceramica, del cristallo e delle lastre resistenti al calore (per esempio il vetro che si trova negli sportelli dei forni).
Ma ne vale la pena? Sì, perché il recupero del vetro comporta un risparmio energetico: il granulato fonde a temperature più basse, consumando il 25% di energia in meno rispetto alla produzione di nuovi oggetti in vetro. E anche le emissioni di CO2 sono inferiori.
Poi il granulato trova molte applicazioni, non soltanto nella produzione di nuovo vetro: dalla ceramica, agli abrasivi e ai prodotti per la costruzione. “Quindi il vetro non ha una vita, ne ha mille e tante volte diverse tra loro” conclude Galli.