Il punto

Tamaro Village, un progetto silurato

Dapprima approvata, la struttura è poi stata considerata un grande generatore di traffico e quindi bocciata dai giudici - I promotori parlano di occasione mancata, gli ambientalisti richiamano al rispetto delle leggi

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"T-Amaro Village"

Falò 17.09.2024, 20:41

Di: Falò/Roberto Bottini e Simon Brazzola 

Doveva chiamarsi Tamaro Village e doveva sorgere su un terreno incolto fra la strada cantonale e lo Splash and Spa a Rivera. Si trattava di un edificio polifunzionale con al suo centro un albergo da 160 posti letto. “Una struttura a U – precisa la promotrice Lorenza Cattaneo Colombo – con una grande piazza e un anfiteatro utilizzabili per manifestazioni pubbliche”, ma anche negozi di prossimità, punti vendita o per l’affitto di biciclette, un ufficio postale, una farmacia. “Si parlava di 80 milioni d’investimento – prosegue l’imprenditrice – per un centinaio di posti di lavoro”.

Partito nel 2017 il progetto sembrava in dirittura d’arrivo: la domanda di costruzione preliminare era stata approvata, cantone e comune di Monteceneri erano favorevoli. Poi il colpo di scena: ad affossare il progetto un ricorso di Pro Natura accolto dal TRAM. Il Tamaro Village non si farà. Lorenza Cattaneo Colombo è un fiume in piena: ”Abbiamo lavorato su questo progetto 7 anni, abbiamo speso centinaia di migliaia di franchi senza ottenere nulla. Siamo amareggiati, ingiustamente penalizzati”. Una delusione condivisa anche dal sindaco di Monteceneri Pietro Solcà per il qual il no al Tamaro Village è “un’occasione mancata, un’opportunità sprecata” anche perché “edificare una struttura del genere significava mettere a posto un comparto di nessun interesse, mettendolo a disposizione attraverso la costruzione della piazza della popolazione”. Stesse considerazioni anche da parte del direttore di Lugano Region, l’organo che si occupa di promozione turistica della regione. Anche per il direttore Massimo Boni possiamo parlare di “un’opportunità mancata, in un comparto che registra un deficit di strutture alberghiere e di posti letto”, tanto più che il comparto del Monte Tamaro, rappresenta “il più importante parco di divertimento insieme alla swiss-miniatur che abbiamo nel Luganese”.

Ma veniamo al ricorso di pro Natura accolto dal tribunale amministrativo. L’opposizione si basa su un principio molto semplice: il Tamaro Village è un grande generatore di traffico, non previsto dalla pianificazione nella zona di Rivera e dunque da bocciare. L’articolo 72 della legge sullo sviluppo territoriale recita: “Sono grandi generatori di traffico le costruzioni – centri commerciali, centri turistici attrezzati, attrezzature di svago intensive - che generano, nei giorni d’apertura almeno 1’000 movimenti veicolari”. Ebbene il Tamaro Village, studi alla mano, di movimenti ne avrebbe generati 806. Da qui il via libera alla domanda di costruzione. Una decisione che però non ha convinto il presidente di Pro Natura Daniel Ponti, che è tornato alla carica con un ricorso in seconda istanza. Così l’avvocato: “Noi fin dall’inizio abbiamo reso attenti i promotori e le autorità sulla necessità di tenere in considerazione anche le strutture esistenti”.

Insomma, per misurare il traffico generato dal progetto, era necessario tenere conto anche dei movimenti veicolari già provocati dallo Splash and Spa e dagli impianti della Monte Tamaro. Le tre strutture nel loro insieme avrebbero infatti generato più di 2’000 passaggi di auto giornalieri. “Ciò che faceva diventare il Tamaro Village un grande generatore di traffico.”  L’ articolo 72 della legge precisa: “Costruzioni commerciali che singolarmente non adempiono i requisiti del grande generatore di traffico, possono” essere considerate tali se tra loro sussiste una connessione funzionale e congiuntamente generano un traffico medio superiore ai 2’000 movimenti.”

Come si vede l’articolo parla soltanto di “costruzioni commerciali” e non di “centri di svago”. “Quindi – spiega il consigliere di stato Zali - applicando alla lettera la legge, o meglio il silenzio della legge su questo tema, il progetto aveva potuto essere approvato”.

Ma è giusto paragonare il traffico causato da un grande centro commerciale come il Fox Town con quello che avrebbe generato il Tamaro Village assieme allo Splash and Spa e agli impianti della Monte Tamaro? La promotrice è perplessa: “La Monte Tamaro – puntualizza -  è aperta da Pasqua a novembre circa e quindi sei mesi su dodici. Lo Splash and Spa, lavora bene, soprattutto in inverno e quando fa brutto tempo, cioè quando la Monte Tamaro è chiusa. Il centro commerciale inoltre ha una frequenza più assidua, le macchine vanno e vengono ogni mezz’ora, ogni ora, ha una piena molto più regolare, sia come orario che come giorni”.

Considerazioni che evidentemente non hanno convinto gli oppositori e il tribunale segnando la fine del progetto. Accolto il ricorso, per poter costruire il Tamaro Village sarebbe stato necessario modificare il piano regolatore per ospitare un grande generatore di traffico. Un’operazione che richiederebbe almeno 5 anni. Troppi per i promotori che a questo punto hanno gettato la spugna.

Conseguenza sul terreno potrebbe ora sorgere l’ennesimo capannone come conferma amareggiata l’imprenditrice: “Ormai è un po’ la valle dei capannoni e malgrado tutti gli sforzi che stiamo facendo per cercare di cambiare, e di migliorarla. No, non siamo riusciti.”

Niente Tamaro Village, per molti un’occasione mancata, un investimento interessante che rimarrà nel cassetto: ne valeva la pena? Pro Natura non sembra dispiacersene e si richiama al rispetto della legge.

“Cosa dobbiamo capire - conclude Ponti - che il piccolo proprietario, il singolo cittadino che vuole costruire casa deve sottostare a tutta una serie di norme anche abbastanza stringenti. Mentre il promotore perché crea indotto, può non rispettare la legge. Mi sembra poco sostenibile questa affermazione.”

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