Ci sarà sicuramente un aumento dei casi, ma è difficile dire quando. Le parole sono del direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco Christian Garzoni che – durante l’odierna conferenza stampa sul coronavirus a Bellinzona, ha fatto il punto su quel che ci attenderà nei prossimi mesi. Al suo fianco anche il medico cantonale Giorgio Merlani, che ha aggiornato sulla situazione sanitaria, il direttore del DSS Raffaele De Rosa e il capo dell’area medica dell’EOC Paolo Ferrari.
Il direttore del DSS ha aperto l’appuntamento sottolineando come dobbiamo e dovremo “convivere col virus finché non ci sarà un vaccino o una terapia: bisognerà mantenere a lungo le distanze sociali e le norme igieniche accresciute”. De Rosa ha anche parlato del calendario deciso da Berna, non senza rimarcare l’accelerata impressa e l’inserimento a sorpresa della riapertura dei ristoranti, giudicando poco il tempo trascorso tra la fase 1 e 2 per fare le corrette valutazioni. “La voglia di ripartire è comprensibile, ma occorre ponderare con attenzione gli allentamenti mantenendo al centro la salute pubblica”.
La Carità non più solo Covid
In Ticino diminuiscono i letti in cure intense e quelli dedicati ai pazienti Covid-19. Da un centinaio nel momento di maggior pressioni, si è scesi a 45 e anche La Carità di Locarno non è più struttura dedicata solo ai pazienti che hanno contratto il virus, ha spiegato sempre Raffaele De Rosa. I letti acuti da 225 sono passati a 160 e per il cosiddetto livello 3 si rinuncia ora all'Ospedale Italiano e alla Clinica Santa Chiara. Per il livello 3 e 4 si mantengono letti solo all'Ospedale Malcantonese, mentre per la riabilitazione una trentina a Novaggio e a Brissago.
Anziani, riaprono i centri diurni dal 18 maggio
Il tema degli anziani è stato al centro di più interventi, ad iniziare dalle 2 case a cui erano stati intimati provvedimenti: “Sono stati subito introdotti e non si registrano nuovi contagi” ha spiegato sempre De Rosa, che ha pure comunicato la riapertura, seppur con regole strette e accessi limitati, i centri diurni dedicati agli anziani e a chi ha bisogno di assistenza sociosanitaria. “È un primo passo per sgravare i famigliari curanti, a cui va un immenso ringraziamento”.
Da parte sua il medico cantonale Giorgio Merlani, presentando le nuove cifre, ha fatto il punto anche sulle strutture per la terza età: finora sono stati eseguiti 1'075 test, di cui 486 positivi (148 deceduti e 338 vivi) con una percentuale di guariti del 51%.
I nuovi dati aggiornati verranno presentati settimanalmente
Dati settimanali
Merlani ha pure spiegato che i dati dalla prossima settimana saranno forniti settimanalmente, ma includeranno grafici e indicazioni finora non presenti come illustrato in conferenza stampa. Da questi emergono alcune informazioni rilevanti, come l’età media dei decessi che si situa e 82 anni, mentre la persona più giovane che è morta ne aveva 48, la più vecchia 101.
Un bambino di 10 anni in cure intense, 6 ricoverati finora
Sempre fornendo le cifre, Merlani ha pure spiegato che in Ticino un bambino di 10 anni è stato ricoverato in terapia intensiva e poi è stato trasferito a Losanna, sotto sorveglianza, per garantirgli una terapia adeguata. Le sue condizioni sono stabili. In totale, ha comunicato da parte sua il capo dell'Area medica dell'EOC, sono sei i bambini che finora stati ricoverati a causa del nuovo coronavirus e dei bambini a cui è stato effettuato un tampone presso l’EOC, il 7% è risultato positivo.
Contact tracing e test sierologici
Lunedì in Ticino riprenderà inoltre il contact tracing con le quarantene ordinate dall’Ufficio del medico cantonale: “Abbiamo già iniziato lunedì scorso, ma non avendo indicazioni da Berna non potevamo mettere le persone in quarantena”.
In merito all’annunciato studio sierologico Merlani ha fornito alcune cifre: finora hanno già chiamato 821 persone, 758 hanno aderito (405 donne, 353 uomini), mentre 63 hanno rinunciato. Gli altri candidati (lo studio ha selezionato 1'500 candidati contattati con una lettera) hanno tempo fino a fine mese per annunciarsi.
Sempre sugli studi sierologici è intervenuto anche il dottor Garzoni: “Avere gli anticorpi non vuol dire nulla, non sappiamo se diano una qualsiasi protezione e non si sa quanto possono durare, di norma nei coronavirus la durata è limitata. Anche il concetto di un ipotetico passaporto ‘immunitario’ che permetterebbe di girare liberamente non ha quindi nessun senso scientifico. I test servono per fare studi epidemiologici, per scattare una fotografia e capire dove siamo come Cantone”. Garzoni ha anche sconsigliato il “fai da te” con i test che si trovano online: “Li abbiamo testati, gran parte non sono per nulla affidabili”.
Un futuro incerto
Sempre il direttore sanitario della clinica Moncucco ha anche provato a fare qualche previsione sul futuro prossimo: “Sono molti i modelli che circolano, alcuni con ipotesi drammatiche di seconde ondate, ma attualmente conosciamo troppo poco di questo virus e anche il lockdown non è una situazione che conoscevamo. Restano parecchi punti di domanda e quel che è certo è la trasmissione del virus. Un aumento dei casi ci sarà di sicuro, ma è difficile dire quando. Una finestra d’osservazione importante sarà 2-3 settimane dopo l’inizio della fase 2”. Secondo Garzoni la curva di ripresa dei contagi non tornerà però sui livelli di febbraio-marzo, sarà più piatta “perché la popolazione è preparata”.
Anche per quanto riguarda la stagionalità Garzoni è stato molto cauto: “È vero, i coronavirus si diffondono molto di più nella stagione fredda, ma l’evoluzione osservata in alcuni paesi più caldi non dà al momento nessuna garanzia su questo fronte, mentre il fatto che le persone passeranno più tempo all’aria aperti porterà certamente dei vantaggi.
“Portate le mascherine quando necessario”
Un altro tema molto dibattuto negli ultimi mesi è stato quello dell’utilizzo delle mascherine, e Christian Garzoni non si è sottratto: “È stato detto che abbiamo cambiato idea sull’utilizzo, in realtà ora siamo in una situazione diversa, lo scenario cambia e la popolazione deve iniziare a interagire, quindi la mascherina è un elemento aggiuntivo di protezione. Ne è quindi raccomandato l’uso quando non è possibile mantenere le distanze e quando si interagisce con persone a rischio.”
Ferrari: “Tornate dal medico e in ospedale”
I pazienti ticinesi dovrebbero riprendere ad andare dal medico e negli ospedali. È stato un invito accorato quello fatto dal Capo area medica dell’EOC Paolo Ferrari, che ha spiegato come stanno riprendendo le normali attività ospedalieri già da questa settimana (oltre 200 interventi). I cittadini, soprattutto chi ha condizioni croniche, è invitato quindi a riprendere i normali appuntamenti, anche per essere meglio protetti in caso di seconda ondata.
RG 18.30 del 07.05.2020 La "exit strategy" divide - di Mattia Serena
RSI Info 07.05.2020, 20:31
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