Ticino chiamato alle urne sulla Cassa pensioni

Il popolo ticinese sarà chiamato alle urne per approvare o meno le misure di compensazione a favore degli affiliati alla cassa pensione dei dipendenti statali. Il messaggio, discusso e approvato a larga maggioranza dal Gran Consiglio, dovrà però passare dal referendum finanziario obbligatorio. Il Gran Consiglio da un paio d’anni può infatti valutare se andare alle urne per spese cantonali al di sopra dei 30 milioni di franchi. E così è stato anche nel caso delle pensioni dei dipendenti pubblici, dove la spesa è di 293 milioni su 8 anni. È infatti la terza volta che il Legislativo ticinese usa questo strumento. Nonostante gli emendamenti dell’MPS su alcuni articoli, il Gran Consiglio ha quindi approvato la proposta di indire il referendum con 58 favorevoli, 22 contrari e 3 astenuti.

Le misure di compensazione hanno l’obiettivo di contenere la riduzione delle pensioni dei dipendenti pubblici. Una questione che tocca una grande fetta di popolazione e di elettori ticinesi: sono infatti 17’000 gli affiliati. Secondo coloro che hanno redatto il rapporto di maggioranza, il contributo dello Stato permetterebbe di risolvere il problema. Va ricordato, inoltre, che il messaggio è frutto di un accordo tra Governo e parti sociali. 

Durante le discussioni, i firmatari del rapporto di maggioranza hanno parlato in particolare di senso di responsabilità nei confronti dei dipendenti dello Stato e del ruolo del Governo e del Parlamento, che in questo caso ricoprono la funzione di datore di lavoro. Nel rapporto di minoranza, invece, Lega e UDC chiedevano che il messaggio venisse rispedito in commissione per ulteriori verifiche riguardo alla sostenibilità della manovra.