Ticino terra di scrittori: “Tanti arrivano col libro in testa”

Il fascino del libro di carta permane. E non tanto perché a Milano negli scorsi giorni una persona ha acquistato tutti i libri esposti nella vetrina di una libreria, la storica Hoepli, fondata nel 1872 dallo svizzero Ulrico Hoepli. Valore dei libri 10’000 euro. Un cliente che acquista tutti i libri in vetrina è il sogno di ogni libraio. Una notizia che fa da prologo ideale al resoconto sul mondo dell’editoria della Svizzera italiana, di cui si è parlato venerdì mattina alla Biblioteca cantonale di Lugano. L’incontro è stato organizzato da Chilometro zero, un progetto di promozione della lettura proposto in collaborazione con le biblioteche cantonali.

“Il libro di carta sta bene, in realtà non è mai andato via”, conferma ai microfoni della RSI uno dei partecipanti, Luca Pasqualetto, responsabile della libreria del LAC di Lugano -. Quando erano usciti i primi e-reader sembrava che dovessero sparire dalla faccia della terra. In realtà il libro è sano e sta diventando sempre più un oggetto importante da sfogliare, da avere”.

La Svizzera italiana propone diversi autori. Basta recarsi nelle librerie per rendersene conto. Cosa possiamo dire dunque della scena letteraria regionale? “A me sembra che negli ultimi due anni la produzione di libri nella Svizzera italiana sia piuttosto stabile. Sono sicuramente aumentate le vendite. Quindi sono cresciuti i volumi, le tirature. E comunque il mercato a me sembra tutto sommato sano, anche se con le sue difficoltà ha sempre bisogno di un supporto. Gli aiuti della Confederazione, per l’editoria in particolare, saranno e dovranno essere importanti”.

I libri logicamente qualcuno oltre a scriverli li deve stampare. Ed ecco che entrano in scena gli editori. Un settore confrontato con un proliferare di autori della Svizzera italiana, come nota Raul Fontana, contitolare della Fontana Edizioni di Lugano. “Noi riceviamo in media dalle cinque alle otto richieste di pubblicazione alla settimana. Sì, di scrittori ce ne sono veramente tanti, però io invito tutti gli scrittori innanzitutto a scrivere e terminare il libro. Perché tanti vengono da me e il libro magari ce l’hanno solo in testa. E poi suggerisco di proporlo a un editore di casa nostra, perché no? Ci sono state tante bellissime sorprese di autori che magari pensavano di non poter essere pubblicati e sono diventati autori di successo”.

Un invito alla creatività, dunque. Ma siccome, come si dice in economia, i soldi non sono tutto, ma tutto è soldi, quali sono le difficoltà che l’editore deve affrontare quando decide di pubblicare uno o più libri? “La principale difficoltà di essere editori nella Svizzera italiana - risponde Fontana - è naturalmente legata all’aspetto finanziario, perché il nostro bacino spesso non garantisce la possibilità di coprire economicamente tutte le operazioni. Non tutte purtroppo riescono ad autofinanziarsi. Quindi tante volte l’editore deve attingere agli utili o ai risultati positivi ricavati dalle pubblicazioni che tirano di più per riuscire a finanziare quelle che magari vanno un po’ di meno, ma che hanno nel contempo un grande interesse culturale locale”.

Come ogni prodotto commerciale, il libro poi va sul mercato. Per uno scrittore della Svizzera italiana, culturalmente lo sbocco naturale è l’Italia. Fontana sottolinea che è possibile arrivarci, ma la distribuzione nelle librerie poi deve fare i conti con il mercato locale. Certo, il sogno di ogni scrittore di lingua italiana è vedere il suo libro in vetrina in centro a Milano, magari nella speranza che qualcuno arrivi e lo acquisti, anche se a farlo è un acquirente misterioso che svuota una vetrina intera e il libro finisce nel baule di un taxi assieme ad altri 200.