A un mese dall’abbandono della quasi totalità delle restrizioni legate al Covid la situazione, sul fronte ospedaliero, torna a farsi delicata. I dati settimanali dei contagi in Ticino sono infatti in progressivo aumento – sono passati da poco meno di 4'000 al oltre 7'500 nelle ultime quattro settimane – e si riflettono sul numero di ospedalizzazioni: negli ultimi tre venerdì si è passati da 61 a 93 fino a 117 ricoverati.
Negli uffici dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) ci si prepara dunque a un’altra primavera calda, perché con i ricoverati oltre quota 100 e 12 persone in terapia intensiva si torna a parlare di situazione tesa, sottolinea alla RSI Mattia Lepori, vicecapo area medica dell’EOC: “Dobbiamo rivedere i programmi delle operazioni, posticipare qualche intervento non urgente, con disagi non indifferenti per alcuni dei nostri pazienti, oltre sovraccarico di lavoro che evidentemente questa situazione crea”.
Qual è il profilo delle persone ricoverate attualmente? “Non è cambiato nulla: persone più giovani non vaccinate e persone anziane che malgrado la vaccinazione contraggono il virus in forma grave – risponde Lepori –. La peculiarità di queste ultime settimane, seppure in numeri piccoli, l’incidenza di ricoveri di bambini è più importante di quanto visto finora”.
Questa è la radiografia ospedaliera di questi giorni, con le varianti Omicron 1 e Omicron 2 che si dividono oramai i contagi a metà, portando con loro un altro effetto collaterale: la limitazione delle visite nelle strutture sanitarie, dagli ospedali alle case per anziani.
“Fortunatamente negli ospedali non ci sono focolai di infezione nosocomiale, probabilmente grazie al rigore nella limitazione delle visite che tuttavia per i pazienti e i visitatori è un disagio, però non possiamo immaginare a breve termine, vista la situazione epidemiologica, di provvedere ad allentamenti di questo regime”, spiega ancora Mattia Lepori.
Verso la fine della situazione particolare
Fuori dagli ospedali si prospetta invece un “liberi tutti”, che potrebbe diventare effettivo da aprile, con l’uscita dalla situazione particolare varata dal Consiglio federale per far fronte alla pandemia.
“Venendo a cadere la situazione particolare, significa che la competenza (nel contrasto all’epidemia, ndr.) viene demandata completamente ai cantoni, inoltre viene a decadere l’obbligo dell’isolamento delle persone positive”, aggiunge il vicecapo area medica, “inoltre è tornata l’influenza, io credo in corrispondenza all’abrogazione dell’obbligo di indossare la mascherina, il virus è riapparso in maniera significativa: abbiamo quindi al momento a che fare anche con una fase pre-epidemica di influenza”.