I produttori ortofrutticoli ticinesi sono stati presi in contropiede dalle condizioni meteo particolarmente favorevoli degli ultimi giorni, che hanno portato ad una produzione - soprattutto di insalata, di tutte le specie - superiore alle medie stagionali per il mese di maggio. Ora il rischio è che una parte del raccolto venga buttata.
“Invitiamo ad aumentare il consumo delle insalate locali, un bene che non si può conservare a lungo", dice al Quotidiano RSI il direttore della federazione ortofrutticola ticinese Marco Bassi. "Se avremo un maggior consumo da parte dei ticinesi riusciremo a salvare quella parte del raccolto che potrebbe fare una brutta fine”.
I meccanismi di mercato fanno sì che la variazione del quantitativo prodotto non abbia un impatto sul prezzo finale: il consumatore individuale pagherà sempre lo stesso prezzo. Diverso il caso dei distributori e dei grandi clienti.
“Al contadino non diamo meno sul pezzo dell'insalata", spiega il direttore di Tre Valli Gastropartner Patrick Rusconi, "siamo noi come distributore che ci priviamo di un certo margine".
Il 70-80 percento della produzione ticinese finisce nella Svizzera intera. Per la parte restante, e per l'inatteso surprlus di questi giorni, poduttori e distributori sperano dunque in una buona risposta del mercato locale.