Ticino e Grigioni

USI e SUPSI, a rischio milioni con gli accordi UE

Le perdite sulle tasse universitarie non sono ancora state calcolate, ma potrebbero essere “significative” - Gli atenei ticinesi si preparano ad adattarsi

  • 22 novembre, 18:34
  • 22 novembre, 20:52
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Tasse per gli studenti universitari europei, le preoccupazioni dell'USI

SEIDISERA 22.11.2024, 18:00

  • © Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Di: SEIDISERA/LP 

“La proposta è molto recente: dobbiamo capire quale sarà l’impatto e poi presenteremo le conseguenze per ciò che riguarda la nostra università”. Luisa Lambertini, rettrice dell’Università della Svizzera italiana (USI), ai microfoni di SEIDISERA non si sbilancia ma ammette: il disegno di Bruxelles “toccherà sicuramente le entrate della nostra università”.

Tema della discussione: le tasse universitarie al centro dei negoziati per il rinnovo degli accordi bilaterali con l’Unione Europea. Secondo l’UE, gli studenti europei che frequentano gli atenei svizzeri dovrebbero pagare le stesse rette dei loro colleghi confederati, né più né meno.

Un cambiamento di paradigma che comporterebbe una pesante perdita per le università svizzere. E USI e SUPSI non verrebbero risparmiate.

Lambertini non si pronuncia ancora precisamente sulle cifre: “Si tratta sicuramente di milioni”. Qualche stima, sulla base dei dati di iscrizione, si può fare. Nel 2023 l’USI ha accolto circa 4’300 studenti: 3’000 erano stranieri e, tra loro, 2’000 erano italiani.

La tassa per gli studenti svizzeri è di 2’000 franchi a semestre, mentre è di 4’000 per chi non è domiciliato in Svizzera o in Liechtenstein. Per i dottorandi, invece, la retta è uguale per tutti: 2’000 franchi a semestre. Considerando unicamente la popolazione studentesca italiana, la proposta di Bruxelles comporterebbe (sulla base dei dati del 2023) una perdita di 4 milioni di franchi.

La rettrice non perde però l’ottimismo: una riduzione della tassa potrebbe portare, di converso, un aumento delle iscrizioni estere.

Anche alla SUPSI l’impatto sarà doloroso

Un adeguamento delle tasse universitarie avrebbe conseguenze importanti anche per la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). “Siamo una regione di frontiera: l’ammanco finanziario sarebbe significativo”, ha dichiarato il direttore della SUPSI, Franco Gervasoni.

“L’auspicio tuttavia - ricorda il direttore - è che si possa accedere il più rapidamente possibile ai programmi quadro di ricerca e di mobilità Erasmus a livello europeo. Se poi ci verrà imposto di adeguare le tasse dei residenti a quelle dei non residenti, dovremo fare di necessità virtù”.

La richiesta di Bruxelles

Gli studenti europei che frequentano le università svizzere devono pagare quanto i loro compagni elvetici. È la richiesta fatta da Bruxelles nell’ambito dei negoziati in corso tra Unione Europea e Confederazione. Una misura che si tradurrebbe, afferma un’inchiesta di SRF, in una perdita stimata per gli atenei di 46 milioni di franchi.

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