La questione degli abusi sessuali nell’ambito della Chiesa cattolica è stato al centro dell’incontro organizzato all’USI di Lugano martedì sera. Incontro organizzato dal Gruppo SAPEC, l’associazione romanda delle vittime. Lo scopo della serata? Mettere le basi per la creazione di un’antenna in Ticino.
L’augurio più significativo lo ha fatto Vanessa Bignasca, ricercatrice all’Università di Zurigo e tra le autrici del rapporto presentato esattamente due mesi fa sugli abusi sessuali commessi nell’ambito della chiesa cattolica. L’augurio è che l’incontro di martedì sera possa costituire una pietra miliare nel percorso che l’intera società deve intraprendere per fare chiarezza su queste vicende, ancora avvolte da troppa oscurità. Perché proprio l’assenza di un’associazione delle vittime ha rappresentato una difficoltà in più per chi ha stilato il rapporto sugli abusi.
Un sostegno, nella ricerca della verità, che in Romandia fa da tempo il gruppo SAPEC, nato nel 2010, dopo un percorso tutt’altro che semplice, come ha ricordato il cofondatore Jacques Nuoffer, pure presente a Lugano. La creazione di un’antenna ticinese è stata caldeggiata anche dal vescovo Alain De Raemy e l’obiettivo è che si possa attivarla già entro la metà dicembre. Basta prendere contatto con la dottoressa Myriam Caranzano, la quale si sta mettendo a disposizione proprio per organizzare un punto di ascolto, di appoggio e di mediazione e che sarà - e questo è stato sottolineato più volte - completamente indipendente dalla chiesa. Perché le vittime possano aiutare altre vittime. Per informazioni: myriam.caranzano@aspi.ch
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