È un momento difficile per i media ticinesi, e in particolare per la stampa scritta, a cui serve un aiuto pubblico: è la richiesta, sull'esempio di quelle analoghe nei cantoni di Vaud e Berna, formulata venerdì dall'Associazione ticinese giornalisti, dall'Organizzazione cristiano-sociale ticinese e da Syndicom, ricordando il fallimento del Giornale del Popolo nella primavera del 2018 e la ristrutturazione del Corriere del Ticino nel maggio dello scorso anno. Ha assunto la forma di un atto parlamentare, una mozione interpartitica con primo firmatario Lorenzo Jelmini, granconsigliere e sindacalista dell'OCST.
CSI 18.00 del 14.02.2020 L'opinione del professore di diritto dei media Bertil Cottier
RSI Info 14.02.2020, 19:15
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Il supporto auspicato sarebbe di tipo sussidiario, un aiuto indiretto, anche a garanzia dell’autonomia delle testate d'informazione. Le loro difficoltà derivano in particolare dal netto calo delle entrate pubblicitarie. Per ridare ossigeno a un mercato locale saccheggiato dalle grandi piattaforme in rete, l'ATG si prepara a lanciare una campagna di sensibilizzazione rivolta all'economia per "inserzioni a chilometro zero".
Una mano agli editori anche questa, ai quali si chiede però nel contempo di intavolare discussioni in vista della firma di un contratto collettivo di lavoro a livello locale, un CCL che manca ormai da 15 anni.
Il testo della mozione:
Un sostegno pubblico per l'editoria
Il Quotidiano 14.02.2020, 20:00
La reazione degli editori
Il Quotidiano 14.02.2020, 20:00