La procura ha determinato con esattezza l’entità delle malversazioni che il 23 aprile scorso portarono all’arresto del segretario della casa anziani Bianca Maria di Cadro. Il buco finale ammonta a circa 600mila franchi, contro i 450mila stimati inizialmente dai responsabili della struttura.
C’era da aspettarselo dopo che l’uomo, a verbale, aveva parlato di illeciti commessi sull’arco di ben un decennio. In realtà il periodo da considerare è leggermente più corto: i prelevamenti cominciarono cioè attorno al 2010. Fino al 2013-2014 gli importi sottratti rimasero contenuti. Poi l’escalation, che nel quadriennio successivo spinse l’impiegato a superare appunto il mezzo milione. Del denaro, speso per mantenere il suo elevato tenore di vita, non c’è più praticamente nulla.
Il 57enne ticinese si è comunque impegnato a restituire il maltolto. Intanto per lui lunedì pomeriggio si sono aperte le porte della Farera. Il procuratore pubblico Andrea Minesso ha rinunciato infatti alla possibilità di domandare la proroga della carcerazione preventiva. Contro l’ex-segretario il magistrato ipotizza tuttora, in via principale, l’accusa di truffa.
Cadro, un buco da 600mila franchi
Il Quotidiano 23.07.2018, 21:30