“Abbiamo seguito i consigli degli specialisti”. L’ex sindaca di Bregaglia, Anna Giacometti, reagisce così alle accuse formulate dalla Procura grigionese nei suoi confronti e di altre quattro persone, al termine dell’inchiesta sulla frana di Bondo, che nell’agosto del 2017 causò la morte di otto escursionisti. Inchiesta che, lo ricordiamo, è sfociata, appunto, nel rinvio a giudizio per le 5 persone di cui sopra per omicidio colposo plurimo (oltre a Giacometti: due funzionari cantonali dell’Ufficio foreste e pericoli naturali, un consulente esterno del Cantone, un collaboratore). La notizia del rinvio a giudizio era stata anticipata giovedì dal Beobachter.
In una presa di posizione scritta l’attuale consigliera nazionale precisa che non era compito del Comune di Bregaglia, bensì dell’Ufficio cantonale foreste e pericoli naturali, valutare il grado di pericolo del Pizzo Cengalo. “Non sono una geologa - afferma Anna Giacometti - e ho dovuto affidarmi alle competenze degli specialisti”. Il loro consiglio, ancora una settimana prima della frana, è stato di non chiudere tutti i sentieri, indicazione alla quale il Comune ha dato seguito, conclude l’ex sindaca.
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