Emergono importanti novità dall’inchiesta che sabato sera ha portato all’arresto di un prete. Oltre all’accusa di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, nei suoi confronti – si è appreso martedì – la procuratrice pubblica ticinese Chiara Borelli ipotizza quelle di violenza carnale, coazione sessuale e sfruttamento dello stato di bisogno.
Il ventaglio prospettato da Borelli è ampio, perché il quadro resta ancora da chiarire. Di certo si sa che il sacerdote ha avuto un rapporto sessuale completo con la presunta vittima. Occorre però stabilire in che stato si trovasse la donna quando si verificò, cinque o sei anni fa, l’episodio in questione. Era consapevole di quanto stava accadendo? Oppure il 50enne abusò di lei approfittando delle sue fragilità?
Al momento tutti gli scenari restano aperti. Intanto il presbitero, difeso dall’avvocato Luigi Mattei, rimarrà in carcere almeno per le prossime sei settimane. Così ha deciso il giudice dei provvedimenti coercitivi Paolo Bordoli.
Il prete resta in carcere
Il Quotidiano 02.06.2020, 21:00