Ticino e Grigioni

Un mandato contestato

Richiedenti l’asilo: l’associazione DaRe critica il cantone per quello diretto affidato alla Caritas per coordinare i volontari, ma il DSS puntualizza

  • 5 giugno 2017, 20:10
  • Oggi, 05:27
Il mandato conferito alla Caritas scadrà a fine 2018

Il mandato conferito alla Caritas scadrà a fine 2018

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Il servizio richiedenti l'asilo del Cantone, da due settimane, si è dotato di un coordinatore per i volontari che si occupano di distribuire vestiti e giocattoli ai profughi. Una decisione che non è piaciuta a DaRe-Diritto a Restare, che da un paio di anni si impegna in questa attività. L'associazione - attiva nell'accoglienza dei migranti - ha inviato questa mattina una lettera a diverse redazioni rivolgendo accuse pesanti al Cantone per il mandato affidato a Caritas. Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) da parte sua replica: "Il mandato è regolare ed è stato approvato dal Consiglio di Stato".

La lettera è firmata dalla presidente di DaRe, Lara Robbiani Tognina, che a nome dell’associazione spiega il perché di queste critiche: “Non hanno tenuto conto di tutta una serie di rapporti che già c’erano nei nostri confronti – ci dice -. Non significa che dovevano ricevere noi il mandato, ma un concorso avrebbe dato la possibilità di mettere tutti in gioco”.

Questo mandato diretto non ha però nulla a che vedere con il caso Argo 1, ribatte il DSS. Il mandato alla Caritas oscilla fra i 40'000 e i 50'000 franchi all’anno ed è stato approvato tramite una risoluzione del Consiglio di Stato. Ma, fatta questa premessa, non sarebbe stato meglio procedere con un concorso, così da fugare ogni dubbio? “Si tratta di un mandato che rientra ampiamente in quelle che sono le competenze del Governo - ci spiega Renato Bernasconi, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie -. Sul mercato inoltre non vi erano molti soggetti che potevano svolgere questo compito. Alla fine Caritas ha dato piena disponibilità a svolgere questo ruolo, presentando inoltre un’offerta convincente e competitiva”.

Ma secondo DaRe-Diritto a restare il coordinamento da parte di Caritas significa anche un maggior controllo sulla loro attività, aspetto questo non in linea con i principi dell’associazione: “Anche se vi è un controllo da parte delle istituzioni, il volontariato deve poter mantenere una certa libertà - continua Robbiani Tognina -. Avere un coordinamento da parte di un partner del peso di Caritas lo vediamo come un’ingerenza sulle attività di volontariato”.

Per quale motivo è stato dunque necessario istituire una figura stipendiata in un settore, quello della distribuzione di vestiti e giocattoli ai profughi, gestito dai volontari? Sono due cose differenti, tiene a precisare Renato Bernasconi: “I volontari mettono a disposizione le loro energie per aiutare le persone, spesso però si trovano confrontati con limiti di capacità e per questo motivo, con il coordinamento, vogliamo mettere in rete i diversi attori per garantire una continuità nel tempo della loro azione, che è fondamentale”.

Il mandato conferito alla Caritas scadrà a fine 2018.

CSI/Red.MM

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