I temporali in montagna non vanno sottovalutati. E per evitarli, la pianificazione è fondamentale. Lo ribadisce il poschiavino Pierino Giuliani, guida alpina dal 1987, dopo che lo scorso mercoledì nella regione del Bernina una coppia di escursionisti d’alta quota è stata raggiunta e ferita da due fulmini. Un evento raro, ma che nell’ultimo decennio in Svizzera si è verificato, in media, circa due volte all’anno, secondo le statistiche del Club Alpino Svizzero.
Notiziario delle 10.00 dell’08.08.2024: Due escursionisti colpiti da un fulmine nella regione del Bernina
RSI Info 12.08.2024, 10:48
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L’attenta pianificazione di un’uscita in montagna riduce quindi di parecchio il rischio di ritrovarsi in una situazione del genere. “Oggigiorno disponiamo di un servizio meteorologico abbastanza affidabile. E a corto termine i temporali vengono previsti con molta precisione” sottolinea Giuliani.
Un piano B per il rientro a valle
Può tuttavia capitare, per svariati motivi, di essere sorpresi dal maltempo mentre ci si trova in quota: “Per esempio se si sbaglia itinerario oppure se l’escursione dura più del previsto”. Come comportarsi allora? Quando si pianifica l’uscita, è raccomandato individuare anche un piano B: “Una via che permetta il rientro a valle prima del previsto, quando ci si rende conto che si sta avvicinando il maltempo” spiega la guida alpina, ricordando che il fenomeno è anticipato dalla formazione di cumuli sempre più scuri. “Il tempo di rinunciare all’escursione e rientrare c’è”.
Se invece manca una scappatoia, “il miglior consiglio che posso dare è di evitare i luoghi esposti”. Insomma, bisogna stare lontani da cime, creste o anche da un dosso o da un albero solitario. E trovare riparo in un avvallamento, restando poi accovacciati.
Come proteggersi dai fulmini
- Prevedere sempre una via di fuga o di riparo, anche un rifugio sotto roccia nelle vicinanze
- Trovare un incavo o comunque spostarsi in una conca in modo da non essere o trovarsi vicino all’oggetto più alto
- Attenzione a non essere il più alto nella porzione di territorio. Nel caso cercare riparo il prima possibile
- Evitare di stare nelle vicinanze di un’antenna e di un qualsiasi oggetto metallico
- In assenza di ripari, non stare sotto un albero singolo, ma cercare un bosco fitto
- Indipendentemente da dove ci si trova, restare sempre accovacciato con i piedi uniti
Fonte: Montagne sicure
Travolto da un temporale sul Piz Roseg
“Con il senno di poi, seguirei l’istinto e rinuncerei alla risalita”. È quanto afferma Giuliani, ripensando a quando in passato - “quando ero più giovane” - con dei clienti fu sorpreso dal maltempo in quota.
Accadde durante un’ascesa del Piz Roseg, nei Grigioni: “Alcune guide tornarono indietro, dicendomi che stava arrivando un temporale dalla Bregaglia. Ma era da due giorni che stavamo rinunciando a delle vie difficili per il rischio di maltempo, che poi non si verificava: i clienti erano delusi”.
Ecco allora che il poschiavino decise di proseguire. “Ci ritrovammo in un temporale veramente violento, ricordo diversi centimetri di grandine. Fortunatamente riuscii a riportare a valle i clienti”.
Nel Sottoceneri un punto “caldo” dei fulmini
Nella regione alpina, temporali e fulmini si verificano ovunque, ma specialmente dove è presente un’orografia complessa (montagne) e vi è disponibilità di umidità. I punti più “caldi” si trovano nelle Prealpi, in particolare in Ticino: la regione di Lugano e il Malcantone sono le zone in Svizzera in cui i fulmini sono più frequenti.
Incidenti in montagna: soprattutto cadute
Sono comunque rare le morti dovute a un fulmine: nell’ultimo decennio, soltanto nel 2017 un alpinista ha infatti perso la vita. A farla da padrone sono le cadute: sui 114 morti in quota registrati lo scorso anno, 83 riguardano alpinisti che sono rimasti vittima di una caduta, come emerge dalle statistiche del Club Alpino Svizzero.
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Aumentano gli incidenti in montagna
Telegiornale 20.07.2024, 20:00