"Ho sensazioni miste. Da un lato sollievo, perché è bello poter concedere un po' più di libertà a tutti, e un po' di apprensione e di attenzione a seguire come la gente vivrà questa cosa": così il medico cantonale Giorgio Merlani, ospite in studio al Quotidiano della RSI, nel giorno in cui in tutta la Svizzera è venuta meno la maggior parte delle restrizioni per frenare il coronavirus che hanno caratterizzato due anni di pandemia.
"È importante che riusciamo a passare da una situazione di emergenza a una di convivenza sicura", ha spiegato Merlani. Delle misure di protezione restano in vigore per esempio nelle strutture sociosanitarie, a difesa dei più fragili. Per i visitatori (ma non per il personale) non sarà più necessario disporre di un certificato per accedervi, ma la mascherina continuerà ad essere richiesta. I provvedimenti a tutela dei più vulnerabili sono ancora "indispensabili", ha ricordato Merlani, e non se ne trovano solo negli ospedali e nelle case per anziani, ma "anche negli studi medici o nei trasporti pubblici". Fa quindi "piacere che molte persone vogliano ancora vedere come evolve la situazione prima di abbandonare la mascherina".
La soppressione delle misure rende "possibile un piccolo rimbalzo" a livello dei dati statistici quotidiani, ovvero un aumento di contagi, "ma l'importante è questo non abbia un impatto importante sugli ospedali", altrimenti occorreranno contromisure. È presto, inoltre, per dimenticarsi del certificato Covid: "non cestinatelo", ha detto il medico cantonale, "perché negli altri Paesi è ancora richiesto e poi sarà da vedere cosa succederà nella prossima stagione invernale". Meglio quindi tenerlo, "tanto non occupa molto spazio di memoria nel telefonino".
Giorgio Merlani sul futuro della campagna vaccinale
RSI Info 17.02.2022, 20:59
E la vaccinazione? Le persone che si fanno immunizzare sono sempre meno e uno stimolo ora è venuto meno, tanto che alcune persone che avevano un appuntamento oggi al centro vaccinale di Lugano lo hanno disdetto. Altre, invece, si sono presentate comunque. Ci sono ancora anche prime dosi, 201 la settimana scorsa, come ha spiegato il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. In futuro "la strategia sarà impostata probabilmente soprattutto sulla vaccinazione delle persone vulnerabili e meno della popolazione in generale", ha spiegato in studio Merlani, a meno che spunti una nuova variante in grado di causare decorsi severi anche fra le categorie meno a rischio.