Oltre alle persone, in Alta Vallemaggia è presente anche il bestiame, sull’alpe per la stagione estiva e gli alpigiani hanno cercato di capire se le mucche sono ancora vive. “Prendo giorno per giorno, dovrò trovare delle soluzioni. Adesso così a freddo non so ancora bene come fare”, racconta ai microfoni RSI Raffaele Speziali, agricoltore con un’attività in Val Bavona. Il suo bestiame è salvo all’alpe, ma non la sua stalla a Fontana, distrutta dalla frana.
C’è chi ha invece perso parte dei propri animali, ma non è ancora possibile avere un quadro preciso. “Indicativamente i problemi maggiori sono verso la Lavizzara e la Valle Bavona. La Valle Rovana è stata meno toccata”, indica Marzio Coppini, presidente della Società agricola valmaggese. Nelle prime due valli, spiega, l’accesso agli alpeggi è bloccato o precario. Di certo c’è però che “mancano animali”.
Non poter accedere agli alpeggi significa non poter fare la mungitura delle mucche da latte, che va effettuata la mattina e la sera. Anche nei casi in cui si riesce a mungere, non è possibile portare il latte nei caseifici. Le conseguenze sulla produzione di latte e formaggio non sono ancora quantificabili.
La priorità è quella quindi di rendere agibili le strade e le vie d’accesso, anche in vista dell’autunno, quando gli animali dovranno lasciare l’alpe. L’Unione contadini ticinesi sta lavorando dietro le quinte, in collaborazione con le autorità locali, per dare una mano a risolvere le varie problematiche che stanno vivendo gli allevatori e gli agricoltori della zona.