La Segreteria di Stato per l'economia ha sollevato dei dubbi sul numero minimo di adesioni da parte dei datori di lavoro al contratto collettivo di lavoro per il settore della vendita ticinese. In particolare a Berna ci si chiede se la firma unica apposta dal patron del FoxTown, Silvio Tarchini, vale un solo negozio oppure per tutti i 132 presenti nel centro commerciale di Mendrisio (si veda il correlato).
Una questione che negli scorsi mesi ha occupato anche la Commissione paritetica cantonale. "Abbiamo spiegato loro ancora una volta quello che era un nodo che già conoscevamo", ha rilevato Paolo Locatelli, responsabile del settore vendita del sindacato OCST e membro della commissione mercoledì ai microfoni della RSI (ascolta l'audio allegato).
"Il Ticino, nel settore del commercio, è sotto pressione. Tutto quanto concerne la regolarizzazione contrattuale che ora non c'è deve essere una priorità per la SECO stessa. È necessaria una verifica formale", ha concluso Locatelli.
Il decreto d'approvazione del CCL è atteso il mese prossimo. In caso di ricorsi, l'entrata in vigore potrebbe slittare a dopo l'estate o a inizio 2019. E con esso slitterebbe anche l'entrata in vigore della modifica della legge sugli orari di apertura dei negozi approvata il 28 febbraio 2016.
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