Vendita, siglato il rinnovo del CCL

In Ticino è stato rinnovato il Contratto collettivo di lavoro per il commercio al dettaglio. Siglato a fine dicembre scorso, sarà valido fino al 2026.

Si tratta di una buona notizia per il settore della vendita che l’anno scorso era stato al centro di votazioni, ciò che aveva creato qualche tensione fra padronato e sindacati. Ora le parti si sono dette soddisfatte, anche se -secondo i sindacati- si tratta di un primo passo.

Era fine giugno quando era scaduta l’obbligatorietà del CCL nella vendita. Poche settimane prima si era votato sulla modifica della Legge sull’apertura dei negozi dopo che era stato lanciato il referendum. Le condizioni di partenza per le trattative per il rinnovo del CCL non erano quindi delle migliori. Poi la notizia di ieri nel tardo pomeriggio. Una nota della Commissione paritetica cantonale per il commercio al dettaglio annunciava la firma per un nuovo CCL valido tre anni.

Marco Pellegrini del sindacato OCST riconosce la complessità delle discussioni, ma per il bene di chi lavora era importante giungere perlomeno a un compromesso: “Abbiamo mantenuto le posizioni sui diritti fondamentali espresse nel contratto e siamo riusciti ad ottenere dei rilevanti aumenti sui salari minimi del settore”, spiega.

Quello del salario minimo è il punto che aveva fatto uscire il sindacato UNIA dal tavolo delle trattative alcuni anni fa. Un aspetto che per Chiara Landi resta ancora critico: “Il contenuto del contratto collettivo non è stato modificato. Non ci sono miglioramenti. Quello che cambia, minimamente, sono i salari. Ma è dovuto soltanto alla legge sul salario minimo”.

Per le parti contraenti, il rinnovo del CCL permette di riprendere le trattative nei prossimi tre anni, così da poter rivedere altri articoli del contratto.