Accompagnati da un giovane, che da Cavergno si è spinto sino a Fontana per accertare i danni alle due cascine di famiglia, Francesca Torrani ha percorso lunedì mattina una strada che non c’è più. Testimoniando, con parole e fotografie, la distruzione lasciata del nubifragio che ha investito l’Alta Vallemaggia nella notte tra sabato e domenica.
Il fiume si è mangiato mezza strada
Un viaggio nell’epicentro del disastro. “Colpisce tutto qui - racconta la giornalista della RSI -. Colpisce la strada che porta in Bavona e che poi a Mondada diventa un buco dietro l’altro. Non si capisce più dov’era la sua traiettoria. E poi all’improvviso ci si trova di fronte a questo grande materiale”. La frana si presenta come “un’estesa area di sassi e massi, uno sopra l’altro, sembra quasi un Tetris. Dopodiché si vede l’ampio squarcio della montagna da dove tutto è sceso con il paesino di Fontana che è tagliato in due”.
Un territorio devastato dal maltempo: la frana a Fontana vista dal basso
La cronista racconta di una “cascina tagliata a metà e un’altra che è rimasta in piedi. Perché è un po’ così che accade nelle tragedie, dove il prezzo non è uguale per tutti, anche se la valle è davvero irriconoscibile. Mi diceva il giovane che era con me che non c’è più niente di distinguibile”.
La frana che spazza via tutto
Anche il fiume ha deviato: “Ed è un po’ l’unico rumore che si sente insieme, con qualche elicottero che sorvola ancora la zona. Non ci sono però uomini al lavoro in questo momento. Non è qui adesso che si concentrano gli sforzi. E però qui evidentemente che si misura tutta questa tragedia”