Ticino e Grigioni

Virus, "misure ticinesi adeguate"

Intervista al presidente dei medici cantonali Rudolf Hauri: “Situazione seria ma è presto per parlare di seconda ondata”

  • 4 luglio 2020, 21:44
  • 22 novembre, 19:01
02:44

Cronache della Svizzera italiana delle 18.00 del 04.07.2020: il servizio di Roberto Porta

RSI Info 04.07.2020, 21:43

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Di: CSI-RP/ludoC 

La decisione del Consiglio di Stato ticinese di limitare a 100, dopo le 18.00, il numero di persone presenti nei locali pubblici dove si consuma in piedi, come bar o discoteche, è "comprensibile e adeguata”: lo sostiene Rudolf Hauri, presidente dei medici cantonali svizzeri. “L’andamento del virus in Svizzera necessita di grande attenzione e senso della responsabilità, non si può però al momento parlare di una seconda ondata della pandemia”, spiega alla RSI.

Il canton Ticino sta ancora una volta facendo da apri-pista a livello nazionale e la stretta sulla movida potrebbe per tanto fare scuola altrove. "Questa riduzione del numero massimo di clienti di un bar o di una discoteca è di certo comprensibile - continua Rudolph Hauri –. Meno persone ci sono in un locale pubblico e più è facile realizzare un contact tracing efficiente. Per questo motivo ritengo che questa decisione sia stata adeguata".

Rafforzare il contact tracing

Una misura voluta anche per facilitare proprio le operazioni di indagine ambientale, per poter in caso di contagio risalire alle persone coinvolte in un assembramento spontaneo o all'interno di un locale pubblico. Ma i cantoni - Ticino e Grigioni compresi - sono ben attrezzati in termini di personale e di mezzi per poter far fronte a questo impegno? "I cantoni hanno forze a sufficienza – sostiene il presidente dei medici cantonali –. Bisogna però dire che in particolare i cantoni più grandi sono ormai giunti al limite delle loro capacità, questo perché sono aumentate notevolmente le persone da contattare per ogni caso di nuova infezione, un problema legato in particolare proprio alle discoteche e ai loro numerosi clienti".

Locali in cui le autorità di diversi altri cantoni mirano ora tra le altre cose a migliorare e rafforzare i controlli dell'identità degli avventori. "Con misure di questo tipo si cerca di evitare la reintroduzione di provvedimenti più severi - fa notare ancora Rudolph Hauri, che è anche medico cantonale del canton Zugo - Altrimenti si rischia di passare a provvedimenti più drastici, come la chiusura di bar o discoteche o l'introduzione di nuovi lockdown a livello cantonale o sovraregionale".

“I dati giornalieri non dicono tutto”

E questa è la prospettiva se la curva dei contagi dovesse crescere. Ma già ora, secondo alcuni esperti, ci troviamo già all'inizio di una seconda ondata della pandemia. Hauri, tuttavia, spiega: “Sì ci sono persone che la vedono in questo modo. Occorre però essere prudenti. I dati giornalieri sono importanti ma non dicono tutto, noi preferiamo guardare alla media degli ultimi sette giorni. In questo momento notiamo un leggero incremento dei contagi, ma la curva rimane ancora relativamente piatta. Molto dipenderà ora dal fattore "mobilità", e da quanto saremo prudenti nel gestire i nostri spostamenti estivi, in caso contrario rischiamo che il virus si propaghi di nuovo rapidamente".

Il dato dei contagi di oggi a livello svizzero è da questo punto di vista incoraggiante: 97 casi, un numero al di sotto della media degli ultimi giorni.

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Il Quotidiano 04.07.2020, 21:53

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