La seconda puntata del magazine della RSI in difesa del cittadino propone un tema scottante e annoso: i costi della salute. A fine anno ci attende la solita stangata della cassa malati, ma quante spese mediche sarebbero evitabili? Da cantone a cantone il programma ha provato a capire dove è possibile risparmiare. Presenta Lorenzo Mammone con Eleonora Terzi e Paola Leoni.
E sono 17. Sono gli anni trascorsi dalla nascita di Patti Chiari, che venerdì scorso ha iniziato una nuova stagione all’insegna del suo stile ormai consolidato: denunciare ingiustizie, abusi, inganni, ma anche semplici inghippi di cui possono essere vittime cittadine e cittadini e sollevare interrogativi sui grandi temi che interessano il mondo del consumo. Attraverso i suoi filmati, le inchieste e le testimonianze Patti Chiari continua a fare emergere i disagi di chi, di volta in volta, nei panni di consumatore, assicurato, contribuente, invalido, imprenditore, pensionato, inquilino o proprietario si trova confrontato coi meccanismi distorti e complessi della burocrazia, delle grandi imprese o ancora di chi è senza scrupoli. Una trasmissione realizzata per i cittadini ma anche con i cittadini, che non solo segnalano i loro casi, ma possono diventare anche i protagonisti del programma. Un impianto che è rimasto immutato in tutti questi anni e che non cambierà nemmeno con la nuova formula che prevede una durata ridotta a un’ora e un inizio, come tutti i programmi della prima serata RSI, alle 20.40. Un programma, insomma, fedele al suo titolo, che dopo 17 anni continua a porre domande scomode e chiede risposte chiare, con una formula apprezzata dal pubblico che ha portato la trasmissione a diventare ormai da anni la prima serata RSI più seguita.
La nuova stagione, dopo l’esordio dedicato al turismo e alle opposte fortune di Como e Lugano, prosegue prendendo in considerazione le segnalazioni dei telespettatori e racconta le conseguenze delle vittime di furti, di leasing facili che mettono nei guai i cittadini, della pubblicità del fumo mirata ai più giovani, di imprenditori edili senza scrupoli che abbandonano a metà i lavori dopo aver intascato i soldi, senza dimenticare il mondo della ristorazione con un’inchiesta che svela i torbidi intrighi che si nascondono dietro le recensioni dei ristoranti che appaiono sui vari portali specializzati.
Tanti temi ma uno è d’obbligo per la seconda puntata di Patti Chiari: i costi della salute. Come d’abitudine l’ultima settimana di settembre è il momento della verità, vengono resi noti i premi di cassa malati e l’ennesima stangata d’autunno è pronta per essere servita gli assicurati. Patti Chiari ha condotto un’inchiesta alla scoperta di quanti trattamenti medici e operazioni chirurgiche inutili si effettuano nella Svizzera italiana. Quanti farmaci assunti dai pazienti non portano nessun beneficio? Quanti esami diagnostici sono eseguiti senza una vera e propria ragione medica? I dati raccolti da Patti Chiari tratteggiano una sanità sprecona e a raccontare le loro assurde esperienze sono gli stessi pazienti.
È bastato indagare e i dati che emergono non lasciano dubbi. In Svizzera si fanno troppe operazioni inutili. I confronti cantonali relativi al numero di operazioni effettuate lo lascia supporre. Perché a Ginevra solo un parto su quattro è cesareo, mentre a Zugo lo è quasi uno su due? Perché nel Canton Uri vengono impiantati, in rapporto alla popolazione, dieci volte più stent che in Ticino? E perché in Ticino si effettuano dieci volte più vertebroplastiche rispetto a Zugo? Spiegazioni mediche non ce ne sono. L’unica cosa certa è che i trattamenti inutili costano. Si stimano 17 miliardi all’anno in Svizzera, l’equivalente di un tunnel autostradale del Gottando ogni anno. Soldi sprecati che impattano sui premi di cassa malati. E se allora la cura per i costi fuori controllo della sanità svizzera iniziasse proprio dalla riduzione dei trattamenti superflui?