Turchia, Iran, Bangladesh, Mali, Somalia, Mauritania: crescono nel mondo musulmano le voci critiche nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron, che aveva difeso la pubblicazione delle vignette su Maometto.
“Non rinunceremo alle caricature e ai disegni”, aveva affermato Macron il 21 ottobre in occasione della cerimonia in omaggio a Samuel Paty, il professore di scuola media ucciso dopo aver mostrato delle vignette del profeta durante una lezione sulla libertà di espressione.
Un professore decapitato a Parigi
Telegiornale 16.10.2020, 22:00
Capofila della protesta è la Turchia, il cui presidente Erdogan aveva invitato lunedì a boicottare i prodotti francesi, accusando il suo omologo di “seminare odio e voler rilanciare le crociate”.
La decisione di Macron è stata definita “stupida” dal leader religioso iraniano Ali Khamenei, mentre il presidente Hassan Rohani ha affermato mercoledì che “insultare il Profeta è immorale e incoraggia la violenza”.
Il governo della Mauritania si è detto dal canto suo “indignato” per gli attacchi sferrati all'islam “con il falso pretesto della libertà di stampa”.
Rabbia nelle strade
Al di là delle reazioni ufficiali, si sono svolte tra martedì e mercoledì anche diverse manifestazioni in alcuni paesi a maggioranza islamica.
A Teheran dei dimostranti hanno bruciato bandiere tricolori e ritratti di Macron davanti all’ambasciata francese, mentre centinaia di persone sono scese nelle strade di Mogadiscio e di altre città somale.
Circa 40'000 persone hanno sfilato a Dacca, in Bangladesh.
Circa 5'000 fedeli si sono riuniti nella capitale del Mali, Bamako, e più di 40'000 persone hanno partecipato a una marcia organizzata a Dacca, in Bangladesh, chiedendo il boicottaggio dei prodotti francesi e bruciando un’immagine del presidente.
“Tentativi di intimidazione”
La Francia “non rinuncerà mai ai suoi principi e ai suoi valori”, ha fatto sapere il portavoce del governo francese Gabriel Attal, che denuncia i “tentativi di destabilizzazione e di intimidazione” che arrivano dalla Turchia e da altri Paesi del Medio Oriente.
Reazioni in sostegno alla Francia sono giunte anche dalla Danimarca, che ha ricordato come la libertà d'espressione sia “un valore fondamentale della democrazia”, e dall’India.