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Filippine, Duterte si ritira dalla politica

Il presidente non si proporrà come vicepresidente - In corsa nel 2022 vi sarà però probabilmente la figlia

  • 2 ottobre 2021, 23:27
  • 10 giugno 2023, 14:45

Rodrigo Duterte si ritira

Telegiornale 02.10.2021, 22:00

  • Keystone
Di: ats/OCartu

Finora aveva fatto capire di voler rimanere alla guida delle Filippine, pur se da vice. Ma Rodrigo Duterte, vulcanico presidente di un arcipelago dove rimane popolarissimo, ha cambiato idea: a fine mandato, il prossimo giugno, si ritirerà dalla politica. Una scelta che spiana la strada alla probabile candidatura della figlia Sara, che se eletta potrebbe proteggere il padre dalla giustizia per le migliaia di morti causati dalla sua sanguinosa guerra al narcotraffico.

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In un sistema elettorale dove presidente e vicepresidente sono eletti separatamente, Duterte avrebbe potuto eludere il divieto costituzionale di un secondo mandato candidandosi come numero due di un suo fedelissimo, il senatore Christopher Go, che però oggi ha registrato la sua candidatura a vice. Tutto lascia pensare che sarà la figlia di Duterte (42 anni), ora popolare sindaca del feudo familiare di Davao, a puntare alla presidenza. Aveva sempre detto che non si sarebbe messa in lizza col padre come vice: un "ostacolo" che ora non c'è più. E anche se oggi si è ufficialmente ricandidata per un terzo mandato da leader cittadina, il tempo per cambiare idea e puntare più in alto c'è ancora.

"Non sono la persona giusta"

"Il sentimento preponderante fra i filippini è che io non sia la persona giusta e che (essere eletto vicepresidente) sarebbe un aggiramento della legge e dello spirito della costituzione. Dunque, annuncio il mio ritiro dalla politica", ha detto Duterte padre, mettendo apparentemente fine a una telenovela che ha dominato i telegiornali filippini nell'ultimo mese. Diversi analisti filippini predicano cautela: Duterte, un maestro nel tenere l'attenzione dei media su di sé, aveva fatto dichiarazioni simili per mesi anche prima di candidarsi nel 2015, dopo essersi costruito la fama di leader duro e incorruttibile trasformando la sua Davao - terza città del Paese - da centro infestato dal crimine a modello di efficienza.

Ma non sorprende che ora, ancora popolare come quando fu eletto, Duterte voglia farsi da parte. Ha 76 anni, e dolori alla testa e alla schiena che a lungo lo hanno portato ad abusare dell'oppioide analgesico Fentanyl: guidare il Paese fino al 2028 sarebbe uno sforzo enorme che non varrebbe la pena, specie con la figlia in testa ai sondaggi. Se lei conquistasse la presidenza, Duterte padre sarebbe probabilmente blindato di fronte alle sempre più insistenti indagini della magistratura - sia quella nazionale sia la Corte penale internazionale - relative agli almeno 8'000 morti della "guerra alla droga" contro piccoli spacciatori e consumatori nelle baraccopoli lanciata dal presidente appena eletto.

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Chi per la successione?

Tra chi punta a rimpiazzarlo al potere c'è anche l'ex pugile Manny Pacquiao, idolo sportivo nazionale con i suoi titoli di campione del mondo in otto categorie di peso. Era un alleato di Duterte, ma di recente gli si è rivoltato contro: il che non giova alla sua popolarità, così come una mediocre carriera da senatore. Ma se Sara Duterte deciderà di scendere in campo, l'erede politica del padre non potrà che essere lei.

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