Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha annunciato mercoledì il ritiro delle Filippine "con effetto immediato" dal trattato che ha istituito la Corte penale internazionale (CPI), dove la sua guerra ai trafficanti di droga attraverso esecuzioni extragiudiziali, costata migliaia di morti, è oggetto di un'indagine preliminare per presunti crimini contro l'umanità.
Le regole della Corte penale internazionale prevedono che il ritiro di uno dei paesi membri diventi effettivo un anno dopo la notifica, e comunque senza annullare la giurisdizione della Corte in maniera retroattiva.
Eletto nel 2016, Duterte ha promesso di sradicare il traffico di droga, uccidendo decine di migliaia di delinquenti. Dalla sua elezione, secondo le statistiche ufficiali, quasi 4'000 persone, sospettate di trafficare e/o consumare droga, sono state uccise dalla polizia. I difensori dei diritti umani affermano che questa cifra deve essere triplicata per ottenere il vero numero di morti.
AFP/M. Ang.