"Berlusconi è stato un politico e un imprenditore controverso. Certamente con molte qualità. Alcuni difetti, anche seri. Tra questi difetti c'è quello di aver pensato poco alla successione, nel senso che non c'è un delfino. Nè mai lui si è premurato di nominarlo. La mia sensazione è che lui si ritenesse quasi insostituibile", così, interpellato dalla RSI, Ferruccio De Bortoli, editorialista e già direttore del Corriere della Sera si esprime sul futuro di Forza Italia, dopo la morte di Silvio Berlusconi, deceduto lunedì mattina a 86 anni all'ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato venerdì scorso per l'aggravarsi della leucemia.
"Forza Italia sentirà la forza attrattiva della Lega da una parte e di Fratelli d'Italia dall'altra"
"È ovvio", osserva sempre De Bortoli, "che Forza Italia sentirà la forza attrattiva della Lega da una parte e di Fratelli d'Italia dall'altra. Negli ultimi tempi, paradossalmente, Berlusconi - che all'inizio del suo trentennio era vissuto come una seria minaccia per la democrazia a causa del suo conflitto d'interesse, per la sua ritrosia nei confronti delle regole - era diventato un equilibratore liberale, democratico, appartenente a pieno titolo al Partito popolare europeo, che cercava di stingere alcuni eccessi della destra di Governo".
Lo smarrimento in Forza Italia, si teme una diaspora
Intanto la parola d'ordine dentro Forza italia è "stop panic": bisogna fermare il clima di smarrimento che rischia di travolgere il partito dopo la morte del suo padre fondatore. Il coordinatore nazionale di Forza Italia e ministro degli esteri Antonio Tajani è netto: "Forza Italia andrà avanti perché Berlusconi ha sempre guardato al futuro, e il nostro dovere è fare ciò che lui sognava fino all'altro giorno. Non esiste l'ipotesi che Forza Italia scompaia perché non scompare Berlusconi. Era un uomo che guarda al futuro e noi vogliamo costruire il futuro che lui aveva indicato".
Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi la sfida sarà quella di dimostrare con i fatti che il presunto dogma, quello secondo cui senza Berlusconi non esiste Forza Italia, è tutto da dimostrare. Poi, dopo le europee, si faranno i conti. Ma al di là dei buoni propositi, l'umore resta pesantissimo. E guardando al futuro, c'è chi teme che il partito azzurro possa subire una diaspora. C'è chi evoca un clima da Titanic, da "si salvi chi può", prevedendo che tanti non vedono l'ora di mettersi in salvo saltando nelle scialuppe messe a disposizione da Fratelli d'Italia. Magari creando quel partito unico del centrodestra, quel partito repubblicano, che lo stesso Cavaliere aveva immaginato negli ultimi anni della sua vita. Qualcun altro poi potrebbe pensare di passare alla Lega.
Anche Matteo Renzi (Italia Viva) oggettivamente si candida a raccogliere un pezzo dell'elettorato azzurro: quello più moderato, più liberale, meno incline a essere subordinato a un asse sovranista. Ma sono solo ipotesi. Per ora nessuno parla.
Il nodo dei finanziamenti a Forza Italia e il ruolo della famiglia
Per ora nessuno in Forza Italia propone scenari o avanza ipotesi sul futuro della creatura politica creata da Berlusconi. Ma lontano dai taccuini dei giornalisti emergono i dubbi e le incognite che già da mesi dominano le menti di tanti azzurri. C'è il nodo dei finanziamenti: al riguardo la famiglia da tempo ha dato garanzie, ma il futuro resta un'incognita. E chissà se Mediaset avrà a cuore i destini del partito azzurro o se raggiungerà un accordo direttamente con Fratelli d'Italia della premier Giorgia Meloni. E lo stesso discorso vale per il simbolo.
Un'altra grande incognita è anche nella gestione del partito: certamente il coordinatore nazionale, Antonio Tajani, avrà il compito di interpretare al meglio la sua leadership. Detto questo, pare che al momento a nessuno interessi arrivare a un redde rationem, che finirebbe per indebolire il potere contrattuale di Forza Italia in Parlamento come nel Governo. Semmai una "tregua armata", una gestione più collegiale possibile sino alle Europee, potrebbe essere l'unica strada per sopravvivere e rafforzare il pilastro popolare e moderato, in una forza autonoma, nel centrodestra italiano.