L’UNICEF lancia l’allarme malnutrizione. Secondo un rapporto diffuso martedì, un bambino su tre al di sotto dei cinque anni non si alimenta correttamente. Dei 676 milioni di bimbi su scala globale nel 2018, circa 227 milioni erano sottopeso o sovrappeso e 340 milioni soffrivano di carenze nutrizionali.
Sebbene il numero di bambini che non ricevono cibo sufficiente a soddisfare le proprie esigenze nutrizionali sia diminuito significativamente (-40% tra il 1990 e il 2005), questa rimane una questione importante per molti paesi, soprattutto nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. Sono circa 149 milioni quelli troppo piccoli per la loro età e 50 milioni troppo magri in relazione alla loro struttura.
L'UNICEF sottolinea inoltre che 340 milioni di bambini soffrono di "fame nascosta" perché ricevono un numero sufficiente di calorie ma mancano di minerali e vitamine essenziali per il loro sviluppo, a causa della mancanza di frutta, verdura e prodotti animali. Tuttavia, queste carenze possono avere gravi conseguenze fisiche (deficit del sistema immunitario, problemi alla vista o all'udito) e intellettuali.
Questo fenomeno inizia in tenera età, con un allattamento al seno troppo scarso e una diversificazione delle diete con alimenti inappropriati – sottolinea l’UNICEF – ed è amplificato dalla "crescente accessibilità di alimenti ad alto contenuto calorico ma a basso contenuto di nutrienti, come fast food e pasta istantanea".
Infine, sovrappeso e obesità si stanno rapidamente sviluppando, con 40 milioni di bambini piccoli colpiti, anche nei paesi più poveri. Se nel 1990 questo problema era quasi sconosciuto nelle località a basso reddito (solo il 3% dei paesi di questa categoria aveva più del 10% di bambini in sovrappeso), oggi tre quarti di loro si trovano confrontati con questa problematica.
L'esempio virtuoso del Giappone
Il Giappone si contraddistingue per essere il paese, tra quelli sviluppati, con i migliori indicatori in relazione alla nutrizione e alla salute dei bambini. Riesce, infatti, ad avere il più basso tasso di obesità infantile tra i 41 paesi sviluppati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dell'Unione Europea. Il segreto del paese del Sol Levante sarebbe il pranzo delle mense scolastiche.
Secondo gli esperti, entrano in gioco diversi fattori, tra cui la particolare attenzione dei giapponesi alla salute, i controlli medici regolari organizzati per i bambini e soprattutto il ruolo chiave del pranzo scolastico.
"Pranzi i cui menu sono decisi dai nutrizionisti sono serviti in tutte le scuole primarie e nella maggior parte delle università di tutto il Giappone", ha affermato Mitsuhiko Hara, pediatra e professore alla Tokyo Kasei Gakuin University. I pranzi sono obbligatori e non sono ammessi piatti o spuntini portati da casa. La maggior parte di questi non sono gratuiti, ma sono fortemente sovvenzionati.
Il rapporto sulla sicurezza alimentare
Telegiornale 15.10.2019, 22:00