Sono passati 50 anni da quel pomeriggio di provincia, “troppo azzurro e lungo” anche per quel “treno dei pensieri dei desideri che all’incontrario va”. Una canzone, “Azzurro”, tra le più canticchiate al mondo e che, dopo esser stata portata al successo da Adriano Celentano, è rientrata nel repertorio raffinato del suo ideatore, Paolo Conte.
E proprio per celebrare questa ricorrenza, oggi esce un nuovo disco del musicista piemontese che raduna una serie di pezzi storici, registrati durante un concerto alle Terme di Caracalla a Roma.
Noi l’abbiamo incontrato nel suo vecchio studio d’avvocato ad Asti per cercare di riavvolgere il nastro di un lungo percorso poetico-musicale. Piazzato sempre lì, a ballare su quel confine di provincia che si fa apripista per mondi esotici e fantastici, conditi dai nomi e dai luoghi più strani.
Un universo accompagnato dalle smorfie di chi, come Paolo Conte, è riuscito a far coabitare nella stessa stanza, jazz, kazoo, influenze cinematografiche e tante “zeta a friggere nell’aria”.
Lorenzo Buccella