«No, non ci chiamate “ragazzi di Genova”!», ci avverte Monica Di Sisto, un'attivista italiana di Fairwatch, che si occupa di commercio equo ed economia solidale. Nel 2001 era anche lei fra le 300mila persone che si riversarono a Genova per il controsummit dei movimenti sociali di tutto il mondo convocato in parallelo al G8.
Di Sisto e Valerio Callieri, scrittore e autore del libro "È cosi che ci appartiene il mondo. Genova 2001, caserma di Bolzaneto" (Feltrinelli, 2021), che in quei giorni fu arrestato e portato nella caserma di Bolzaneto, hanno risposto alle domande di Oltre la news su cosa resta di un evento epocale che all’epoca fu travolto da una repressione impressionante al punto che Amnesty International parlò delle giornate del luglio della più grande sospensione dei diritti umani in Occidente dalla fine della II Guerra mondiale. Eppure quelle marce e quelle reti hanno aperto la strada ai movimenti che conosciamo oggi: Non Una Di Meno, Black Lives Matters, Occupy Wall Street fino ai Fridays for Future di Greta Thunberg.
Ferite e domande si ripropongono nei giorni della ricorrenza mentre quei soggetti sociali - Ong, sindacati, associazioni - rivendicano la lungimiranza delle analisi a proposito di climate change, privatizzazione dei beni comuni, brevettazione dei farmaci e dei semi, diritti delle donne, libertà di movimento dei migranti, commercio equo e finanza solidale. Nel mirino delle critiche, oggi come ieri, il ruolo delle organizzazioni sovranazionali – Wto, Fmi e Banca mondiale – e l’idea che il mondo si riunisca per il commercio all’indomani di una pandemia che ha viaggiato lungo le filiere lunghe della globalizzazione, le prime ad essere paralizzate dalla pandemia: «Ecco noi quella cosa l’avevamo prevista - spiega Di Sisto - perché non eravamo i “ragazzi di Genova” ma persone di tutto il mondo e di ogni generazione, portatrici di pratiche e di saperi».
Checchino Antonini - Massimo Lauria
Nessun rimorso 2001-2021