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Il virus in strada, l'orco in casa

La violenza di genere ai tempi del Covid-19: cambiata, ma non fermata - Il lavoro delle reti delle donne per non chiudere servizi e centri

  • 6 aprile 2020, 07:57
  • 22 novembre, 19:38
04:18

Donne, il virus fuori, la violenza dentro

RSI/Checchino Antonini - Massimo Lauria 06.04.2020, 07:45

Crollo anche in Italia delle chiamate ai “telefoni rosa” e degli ingressi nei centri antiviolenza dopo le misure di confinamento antivirus. In Italia il 95% dei maltrattamenti avviene in famiglia. C’è un numero verde nazionale, il 1522, ma il terrore di essere ascoltate o la paura di lasciare casa funzionano da deterrente, perciò è importante la decisione del procuratore di Trento sull'allontanamento urgente dell'uomo maltrattante.

La spesa, unico spazio di normalità in una vita in bianco e nero

Il Viminale ha attivato YouPol, app per geolocalizzare chi denuncia. Da parte loro, le reti di donne stanno tenendo aperte le case-rifugio e attivi, ma a distanza, i loro servizi utilizzando ogni strumento digitale. Servono risorse per assicurare a centri, case-rifugio e sportelli antitratta, kit sanitari, sanificazione, dotazioni tecnologiche e spazi di quarantena per le donne in pericolo.

Molte donne supportate dai centri stanno perdendo il lavoro ma non è ancora stato attivato il fondo per il micro-credito, 2 milioni di euro, annunciato a novembre dalla Ministra per le Pari Opportunità. D.i.Re, che raccoglie 80 centri antiviolenza, chiede che quel fondo sia destinato a un reddito di libertà per le vittime accolte dai centri.

Checchino Antonini - Massimo Lauria

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