Svizzera

Coronavirus, una mano a chi soffre

La Catena della Solidarietà impegnata in una giornata straordinaria di raccolta fondi

  • 22 ottobre 2020, 09:01
  • 22 novembre, 18:22
A causa del coronavirus mamma Jennifer e papà Darwin con i loro gemelli vivono in una tenda vicino alla stazione di Bogotà da maggio

A causa del coronavirus mamma Jennifer e papà Darwin con i loro gemelli vivono in una tenda vicino alla stazione di Bogotà da maggio

  • Keystone
Di: Diem 

Giornata speciale oggi per la Catena della Solidarietà che, in collaborazione con la SRG SSR, ha organizzato una raccolta fondi straordinaria per venire in aiuto di tutte le persone che nel mondo soffrono a causa del coronavirus. La Banca mondiale stima che a livello internazionale circa 100 milioni di persone nei prossimi giorni e settimane rischiano cadere in una situazione di estrema povertà poiché il confinamento e le restrizioni ai movimenti hanno comportato la cancellazione della loro principale fonte di sostentamento.

Alle 23.00 l'ammontare complessivo delle promesse di donazione era pari a 4'016'886 franchi.

Dalle 7.00 alle 22.00 numerosi volontari raccoglieranno le promesse di donazione presso gli studi di Lugano, Coira, Zurigo e Ginevra rispondendo alle telefonate di chi vorrà sostenere i progetti di aiuto concreto delle organizzazioni umanitarie cui la Catena destinerà i fondi raccolti grazie alla generosità degli svizzeri. Il numero telefonico gratuito è lo 0800 87 07 07.

Le donazioni sono sempre possibili online sul sito della Catena della Solidarietà o tramite bonifico bancario sul conto postale 10-15000-6 con la menzione "Coronavirus Internazionale".

La nuova azione si aggiunge alla campagna in corso dal 23 marzo per aiutare le persone più duramente colpite dalle conseguenze economiche della pandemia in Svizzera. Finora ha permesso di riunire oltre 42 milioni di aiuti grazie ai quali sono state sostenute concretamente all'incirca 400'000 persone tramite 150 progetti e 114 organizzazioni (11 nazionali e 103 regionali).

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I contributi sono stati usati in primo luogo per assicurare il minimo esistenziale a chi si è ritrovato senza reddito senza la possibilità né di comprarsi da mangiare né di pagare le fatture più urgenti. Ma sono serviti anche per aiutare altre 1,3 milioni di persone tramite informazioni, consigli e campagne di sensibilizzazione.

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