L'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha ordinato all'assicuratore malattia CSS di rimborsare 129 milioni di franchi di premi prelevati in eccesso tra il 2013 e il 2019 per l'assicurazione complementare. Gli assicurati in questione hanno sostenuto da soli l'onere dei cosiddetti costi di distribuzione e di quelli di amministrazione.
A seguito di un'ispezione, la FINMA aveva intensificato le sue attività di vigilanza sull'attività di assicurazione sanitaria complementare della CSS nell'estate 2019. Dall’inchiesta è emerso che i costi indiretti, segnatamente per le prestazioni interne per l’assicurazione complementare, non sono stati sufficientemente ripartiti in modo conforme al principio di causalità. “Le chiavi di ripartizione - si legge nel comunicato diffuso martedì dalla FINMA - sono strutturate in modo da gravare l’assicurazione complementare o consistono in una percentuale fissa non giustificabile dal punto di vista economico-aziendale”.
La decisione della FINMA, che può essere impugnata davanti al Tribunale amministrativo federale, non mette in discussione le attività operative della CSS. I crediti degli assicurati sono garantiti e le norme di solvibilità sono rispettate.
La CSS non ha ancora deciso se farà ricorso. Se la decisione dovesse passare in giudicato, l'assicuratore comunica che “allestirà un piano dettagliato per i rimborsi e informerà sull'ammontare dei pagamenti i clienti”. Dai primi calcoli, per ogni anno e persona assicurata l'ammontare del rimborso dovrebbe essere di circa 14 franchi. L'importo del rimborso sarà comunque determinato caso per caso. Nel commentare la decisione della FINMA la CSS si dice comunque “sorpresa di fronte all'entità e alla portata dei rimproveri espressi”. L’assicuratore è del parere che “l'attribuzione dei costi amministrativi sia avvenuta conformemente alla teoria e alla prassi consuete. Una posizione che è stata sostenuta anche dalla società di revisione esterna”.