Il sospetto è che dietro questo aumento ci sia la Russia, di sicuro c’è invece che il numero dei migranti che arrivano in Europa dalla rotta balcanica è in grande crescita.
Le cifre sono "in forte aumento", ha dichiarato la consigliera federale Karin Keller-Sutter, riferendosi all’Austria che finora ha registrato 56'000 richiedenti asilo. La ministra di giustizia e polizia martedì ha partecipato a Sarajevo a una conferenza ministeriale sul tema della migrazione.
Previsioni in crescita
Anche in Svizzera, sebbene per molti sia un Paese di transito, i numeri sono in crescita: alla fine di agosto la Segreteria di Stato per la Migrazione (SEM) ha registrato 12'362 domande di asilo e se ne prevedono tra le 16'550 e le 19'000 entro fine anno.
In questo contesto è ovviamente utile che i Paesi balcanici organizzino i propri volti di rimpatrio, ha dichiarato Keller-Sutter. La Bosnia-Erzegovina dispone ora di un accordo di riammissione con il Pakistan. Un primo volo ha già avuto luogo. "Anche la Svizzera dipende da questo" ha rilevato la sangallese.
I motivi della ripresa della migrazione sono molteplici. Uno è che i cittadini di India, Cuba e Burundi non necessitano più di visti per recarsi in Serbia. "Le persone volano a Belgrado e poi arrivano in Austria attraverso l’Ungheria con i passatori prima di continuare il loro viaggio" ha detto la ministra elvetica.
I sospetti portano a Mosca
Non è chiaro se dietro all’operazione ci sia la Russia, che è amica della Serbia, come ipotizzano alcuni. Ma lo schema è noto, secondo Keller-Sutter: Paesi come la Polonia sono destabilizzati dal gran numero di migranti in arrivo dalla Bielorussia. E anche in questo caso si sospetta un coinvolgimento di Mosca.
"Sarebbe auspicabile che la politica dei visti dei Paesi balcanici fosse armonizzata con quella dell’area Schengen", ha detto la consigliera federale. Diversi Stati dell’UE sono intenzionati ad intervenire presso la Commissione europea, un’iniziativa alla quale la Svizzera intende unirsi.