Svizzera

Rischio corruzione sottovalutato in Svizzera

Il caso a processo al Tribunale penale federale evidenzia che l’informatica è uno dei settori più delicati

  • 2 agosto 2021, 12:58
  • 20 novembre, 19:56
02:18

Radiogiornale delle 12.30 del 02.08.2021: l'intervista ad Alex Biscaro, vice-direttore della sezione svizzera di Transparency International, di Alan Crameri

RSI Info 02.08.2021, 14:37

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Di: Alan Crameri 

Nelle classifiche internazionali la Svizzera ottiene sempre ottimi risultati per quanto riguarda il rischio corruzione. Il processo iniziato questa mattina (lunedì) al Tribunale penale federale, con protagonista un ex alto funzionario della Segreteria di stato dell'economia, mostra però che questo fenomeno esiste: in questo caso l'accusa nei suoi confronti è di aver incassato denaro e regali in cambio dell'attribuzione di appalti. La RSI ha interpellato Alex Biscaro, vice-direttore della sezione svizzera di Transparency International:

Nei vostri rapporti, evocate spesso il problema del finanziamento dei partiti, o del riciclaggio di denaro. Avete sottovalutato la corruzione più “classica” di funzionari pubblici?

"È corretto dire che in Svizzera i cittadini non sono quasi mai confrontati con corruzione quando hanno a che fare con la mano pubblica. Questo però rischia di far abbassare la guardia. Ci vuole la giusta sensibilizzazione, perché come mostra il processo in corso ci sono casi di dimensioni enormi, che inquietano e vanno combattuti".

Ci sono sufficienti meccanismi di controllo? Com'è possibile che la corruzione, in questo caso, sia apparentemente durata per vari anni?

"In effetti è preoccupante. E mi chiedo come sia stato possibile, perché in realtà la Confederazione negli ultimi anni ha intrapreso passi contro la corruzione: con regole precise sugli appalti, e anche con meccanismi che permettono di annunciare anonimamente sospetti su colleghi o superiori nell'amministrazione. Evidentemente resta molto da fare, nell'applicazione di queste misure, o sui controlli delle regole".

Cosa dire di cantoni e comuni: qui gli importi sono più bassi e quindi il rischio corruzione è inferiore?

"No, il rischio esiste su tutti i piani, lo mostrano vari episodi. Ci sono stati casi di corruzione in assicurazioni sociali, presso la cassa pensione della città di Zurigo, c'è stato il caso Maudet, eccetera. Noi crediamo che molti non vengano scoperti. Un problema è che a livello locale ci si conosce, ci si fanno dei piccoli favori, e mancano regole precise su cosa sia ancora ammesso e cosa sia invece penalmente punibile".

Nel processo iniziato oggi la corruzione era correlata soprattutto a commesse informatiche: questo è un settore particolarmente delicato, oppure è uno tra molti?

"Ci sono certamente settori che più si prestano alla corruzione, uno di questi è l'informatica. Soprattutto perché le commesse sono molto costose, e perché ci sono relazioni personali che durano molti anni tra gli specialisti sul mercato e i funzionari pubblici. Ma ci sono anche altri settori delicati con meccanismi simili: come l'armamento, o l'edilizia pubblica".

C’è una distinzione tra corruzione con denaro o con regali, ad esempio biglietti per lo stadio?

"Assolutamente no, nemmeno dal punto di vista penale. Qualsiasi vantaggio indebito è corruzione. Ma in effetto notiamo che spesso si corrompe attraverso regali, come inviti prestigiosi, biglietti privilegiati, viaggi, eccetera. E la sensazione è che non ci sia la sensibilità necessaria per capire che anche questi regali sono tossici".

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