Per ore sono piovute critiche sull'operato dei vertici del Credit Suisse ma anche lodi sulle autorità che hanno reagito a tempo di record. Al termine del dibattito il Consiglio degli Stati ha deciso comunque di approvare con 29 voti contro 6 e 7 astenuti le garanzie finanziarie per 109 miliardi di franchi che la Confederazione ha messo a disposizione per la riuscita dell'operazione di salvataggio della seconda banca svizzera, finita nelle mani di UBS. Sono 100 miliardi a copertura del prestito offerto dalla BNS e 9 per far fronte a eventuali perdite che UBS dovesse subire. A opporsi sono stati quattro esponenti dell'UDC, un verde e un socialista. Altri membri di questi tre gruppi si sono astenuti, mentre Centro e PLR hanno votato compatti a favore.
La palla nella sessione straordinaria delle Camere apertasi martedì passa ora nelle mani del Consiglio nazionale, che si riunirà nel tardo pomeriggio per una seduta "open end".
Sessione speciale delle Camere su Credit Suisse
SEIDISERA 11.04.2023, 18:11
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Compiti per il Governo
Una bocciatura non avrebbe avuto conseguenze pratiche ma solo la valenza di un forte segnale politico: le garanzie sarebbero comunque state erogate, perché già approvate tramite il diritto d'urgenza. La Camera bassa ha chiesto con 28 voti contro 14 che nel caso si rendessero necessari nuovi mezzi finanziari il Parlamento possa dire la sua, ma si tratta solo di un appello che il Governo non sarebbe tenuto a rispettare. I "senatori" hanno pure deciso senza voti contrari che la Segreteria generale del Dipartimento delle finanze dovrà esaminare "in maniera approfondita le possibilità di azioni in materia di responsabilità contro le istanze dirigenti di Credit Suisse". Tacitamente, infine, è stato approvato un postulato "mantello" che raggruppa le richieste di diversi parlamentari ed esige dal Governo un'analisi sull'operazione, sulle competenze della FINMA e sulle banche sistemiche
Le posizioni dei partiti
Telegiornale 11.04.2023, 20:00
Molte questioni rimangono inoltre aperte, in particolare proprio sulle norme che riguardano gli istituti definiti "too big to fail". Non c'è unanimità sulla velocità di adozione di queste riforme: UDC e sinistra chiedono tempi rapidi. Bisogna ricordare inoltre che la Confederazione insieme alla BNS è esposta nel complesso per 259 miliardi di franchi: la Banca nazionale ha infatti messo a disposizione anche 150 miliardi non garantiti dallo Stato sotto forma di assistenza straordinaria di liquidità.
Nicola Zala sulla sessione speciale
Telegiornale 11.04.2023, 20:00
RG 12.30 dell'11.04.2023 La voce di Alain Berset e la diretta di Gian Paolo Driussi
RSI Info 11.04.2023, 13:07
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