In una lettera aperta indirizzata al Consiglio federale viene chiesto un secondo lockdown. A scriverla - contrariamente a quanto si potrebbe immaginare - non sono stati dei medici, bensì una sessantina di professori di economia attivi in diverse università svizzere.
Secondo loro una nuova chiusura sarebbe l’opzione migliore sul lungo periodo anche per le imprese e l’economia. Perché?
“Sarebbe meglio un secondo lockdown perché il costo totale per l’insieme del sistema economico sarebbe inferiore ai costi che l’economia ma anche poi la collettività dovranno sopportare se dovessimo continuare con queste misure che non sono né efficaci né sufficienti, soprattutto di fronte a una pandemia globale”, spiega Sergio Rossi, professore di economia all’Università di Friburgo, che figura tra i firmatari della lettera.
Fabio Regazzi, presidente dell’Unione Svizzera Arti e Mestieri (USAM), non condivide: “Opinione rispettabile, ma noi riteniamo che invece un secondo lockdown sarebbe dannoso per l’economia e per i posti di lavoro. Gli economisti non sono confrontati tutti i giorni come gli imprenditori con tutte le difficoltà di questa situazione”.
Una situazione difficile e di grande incertezza, che per il gruppo di economisti sarebbe inferiore con un nuovo lockdown. Come mai?
“L’incertezza è minore per quanto riguarda la prospettiva economica – risponde Rossi – Se diamo aiuti finanziari chiudendo tutte le attività economiche, questi aiuti permetteranno all’economia di ripartire meglio e più rapidamente una volta che il lockdown sarà terminato. Mentre se lasciamo andare le cose come ora ci saranno più morti e alla fine più imprese in difficoltà.
“È una valutazione che spetta anche agli esperti di questioni sanitarie. – replica il neopresidente dell’USAM - Comunque non abbiamo certezze che un secondo lockdown possa portare a miglioramenti significativi della situazione. Dobbiamo continuare sulla strada del compromesso, intensificando le restrizioni ma senza chiudere tutte le attività economiche”.
Opinioni contrapposte che si aggiungono ad altre e che spetterà naturalmente al Consiglio federale valutare nel dettaglio prima di decidere come procedere.