"Per il Ticino cerchiamo accompagnatori/accompagnatrici per il suicidio assistito": è quanto si legge in un annuncio di lavoro apparso il 13 gennaio. Un annuncio non solo a prima vista inusuale. A pubblicarlo è Exit, probabilmente la più conosciuta delle associazioni che in Svizzera si battono per il diritto all'autodeterminazione. Ha 145'000 iscritti di cui 2'500 in Ticino e a nostra precisa domanda conferma: non si tratta della prassi abituale, di regola "gli accompagnatori vengono reclutati tramite un appello fra i soci". I membri non sono necessariamente persone nell'ultima fase della loro vita, anzi: può iscriversi chiunque anche giovane e perfettamente sano, e l'aiuto al suicidio non è l'unico servizio offerto. A molti interessa per esempio la conservazione centralizzata del testamento biologico, un documento in cui si chiarisce quali atti terapeutici si sarebbe disposti o meno a subire, se ci si trovasse nella condizione di non poter più esprimere la propria volontà.
Questa volta - dicevamo - l'appello ai membri a sud delle Alpi non ha avuto successo, non si è fatto avanti nessun accompagnatore idoneo. Si è quindi deciso di fare un'eccezione e pubblicare l'annuncio.
Numeri in crescita: nel 2022 in Ticino 28 suicidi con Exit
Attualmente infatti non ci sono abbastanza accompagnatori per far fronte alle richieste. Richieste che, indipendentemente dagli effetti della pandemia, "tendono a crescere già da diversi anni, in Svizzera come in Ticino", ci ha detto la portavoce Danièle Bersier. L'anno scorso nel cantone i suicidi assistiti con Exit sono stati 28. Se ne erano contati 19 nel 2021, 26 nel 2020. I dati nazionali per l'intero 2022 saranno pubblicati nelle prossime settimane, l'anno precedente si erano avvicinati i 1'000 casi.
L'aumento, anche questo è da sapere, non è legato al fenomeno del cosiddetto "turismo della morte": Exit infatti fornisce assistenza al suicidio solo a persone residenti in Svizzera o che, pur vivendo all'estero, hanno il passaporto rossocrociato.
Serve il tedesco
Quello offerto non è un posto a tempo pieno, si calcola un'occupazione flessibile del 20% circa. "Molti accompagnatori sono pensionati o hanno comunque un'altra professione", ricorda Bersier. A colpire nell'annuncio è anche la richiesta di una padronanza molto buona della lingua tedesca, oltre che dell'italiano. I motivi sono essenzialmente due: la sede di Exit per la Svizzera tedesca e il Ticino è a Zurigo ed è lì che sono previste anche le cinque giornate di formazione teorica, prima di passare all'introduzione pratica. Inoltre "a sud delle Alpi vivono molti membri di Exit che parlano tedesco", e vista la natura delicata della relazione che si va a costruire, si vuole che possano esprimersi nella loro lingua materna.
Fra gli altri requisiti, indispensabili sensibilità, capacità di comunicazione e una certa esperienza di vita (l'età minima è 40 anni, la massima 66). Bisogna infine essere psichicamente stabili. L'idoneità sarà accertata anche dal Centro di Psicologia dello Sviluppo e della Personalità dell'Università di Basilea.
Il nostro approfondimento:
Notiziario 14.00 del 23.01.2022
Notiziario 23.01.2023, 15:12
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