Argomenta in punta di diritto ma con la consueta chiarezza, il consigliere di Stato Claudio Zali, quella che potrebbe essere una soluzione - la soluzione - al crescente intasamento sulle direttrici autostradali ticinesi dovuto al traffico che proviene da nord. Per entrare nel merito di dati recenti, ci sono stati 20 chilometri a Pentecoste - il recordi di 28 km è del 1999 - e in vista dell'estate da bollino rosso, l'agitazione "politica" è palpabile con un elenco di possibili soluzioni.
C'é chi spinge per un sistema di prenotazione online per il transito in certe fasce orarie, chi vuole un pedaggio da 20 franchi a tratta o con il prezzo che aumenta nei giorni con più richiesta e con un'esenzione per i ticinesi, altri chiedono i treni navetta e chi spinge affinché diventino transitabili tutte e quattro le corsie.
"L'unica che risolve il problema - ha riferito alla RSI il direttore del Dipartimento del territorio, presente in studio durante l'approfondimento del Quotidiano con la rappresentante dell'Iniziativa per le Alpi Nara Valsangiacomo - è quella di rendere transitabili quattro corsie. Ora, evidentemente questo è in collisione con l'articolo 84 capoverso tre della Costituzione federale, che proibisce l'aumento di capacità. Ma vi è anche - precisa Zali - un articolo 84 capoverso uno della Costituzione che vorrebbe proteggere l'ambiente alpino dall'inquinamento dalle emissioni. Tutto quello che oggi c'è, con decine di chilometri di colonna da una parte e dall'altra del traforo del San Gottardo. Quindi occorre intervenire".
Per sciogliere il nodo sulla Via delle genti
Il Quotidiano 07.06.2023, 19:00
Il consigliere di Stato respinge l'ipotesi vista di pagamento di un balzello, del pedaggio, perchè rischia di essere discriminatorio nei confronti del Ticino. Causerebbe oltretutto, spiega, l'aggravio dei costi di merci che vengono trasportate nel Cantone e che pagherebbero quindi un pedaggio.
Come riferito, l'iniziativa popolare nel 1994 ha ancorato nel testo della Costituzione il principio della protezione dello spazio alpino dalle conseguenze negative del traffico di transito. Un principio da concretizzare con due provvedimenti: il trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia e, appunto, la rinuncia all’ampliamento delle strade di transito.
"L'iniziativa delle Alpi ha raccolto - spiega da parte sua Valsangiacomo - quella che era la volontà popolare espressa nel '94, che chiedeva meno transiti e una maggiore tutela soprattutto del territorio alpino. Ed è quello che si è fatto e quello che si vuole continuare a fare. Non è semplicemente perché queste macchine non sostano in quella posizione - spiega riferendosi al traffico - perché non le vediamo che non apportano un danno all'ambiente e al territorio". Da qui le soluzioni secondo l'esponente dei Verdi. Sistemi di riservazione, potenziamento dei mezzi pubblici, pedaggio, secondo Valsangiacomo sono tutti parte di una soluzione fattibile, ma oltre a questo la soluzione finale dovrebbe essere "internalizzare" i costi esterni della mobilità motorizzata.