Ticino e Grigioni

La storia di Casa Valletta

Ricostruita la quotidianità della struttura di Mendrisio in cui venne internato un migliaio di uomini costretti al lavoro forzato

  • 3 luglio 2019, 20:13
  • 22 novembre, 21:47
02:25

CSI 18.00 del 3.7.2019 Il servizio di Michele Trefogli

RSI Info 03.07.2019, 20:08

  • Fondazione Pellegrini Canevascini
Di: Michele Trefogli 

Agosto 1932, a Mendrisio apre Casa Valletta. Il nome è bucolico, la destinazione no. È di proprietà dello Stato, che sulla base della "Legge cantonale sull’internamento degli alcolizzati e dei vagabondi" costringe al lavoro forzato un migliaio di uomini con problemi di alcol. L’obiettivo è quello di rieducarli, perché sono ritenuti dei deviati. L’alcolismo non è ancora curato in quanto malattia, bensì come vizio. Solo negli anni '50 si avviano i primi approcci terapeutici. Ma intanto la vita degli ospiti è un inferno: giornate di oltre 12 ore, lavori pesanti negli orti e nei laboratori, reclusione nelle celle sotterranee per i recalcitranti. Il personale non ha una formazione professionale: deve semplicemente vegliare, controllare, comandare. E si andrà avanti così fino a fine anni Settanta.

I lavori forzati
  • Tratto dal libro di Bruno Manzoni, L’Ospedale Psichiatrico Cantonale di Mendrisio in Casvegno - Canton Ticino. Cenni storici, illustrativi, descrittivi. L’organizzazione. Note statistiche. Dati finanziari, Zurigo 1934, p. 28

A riportare in superficie la quotidianità di Casa Valletta è una ricerca della storica Vanessa Bignasca, su mandato della Commissione peritale indipendente sugli internamenti amministrativi. Si tratta dell’ottavo libro, di una serie voluta dopo la riabilitazione da parte del Consiglio federale delle vittime di coercizione.

34:12

Documentario dagli archivi RSI, di Nicola Franzoni e Espero Berta, 31 ottobre 1970

RSI Info 03.07.2019, 20:05

  • Fondazione Pellegrini Canevascini
02:30

La triste pagina della Valletta di Mendrisio

Il Quotidiano 03.07.2019, 21:30

Ti potrebbe interessare