Il Natale “è sempre un evento bello, nel quale si vede la gioia negli occhi dei bambini”, ancora “stupiti davanti al presepe”. Una gioia genuina che traspare dalle parole dell’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano Alain de Raemy, che ha ripercorso insieme al Quotidiano l’anno che sta giungendo al termine.
Un anno fatto anche di momenti difficili e bui, dalla lotta agli abusi sessuali nella Chiesa fino al sostegno spirituale alle vittime della Vallemaggia e nella Val Bavona.
“A Luglio non sapevo cosa fare, ero preoccupato”, dichiara de Raemy ricordando le vicende che precedevano l’arresto (avvenuto in agosto) del cappellano del Papio con l’accusa di atti sessuali con fanciulli. A far discutere, era stato il lasso di tempo tra la segnalazione, in primavera e l’arresto, in estate. “Avevo chiesto alla magistratura di dirmi se c’era un reato e in quel caso di indicarmi cosa fare”.
E poi la tragedia del maltempo in Ticino e Mesolcina, realtà con cui l’amministratore non si era mai confrontato. “Sono stato molto colpito dalla solidarietà che l’evento ha svegliato nelle persone: la persona colpita aiutava l’altra persona colpita”. E ha aggiunto: “Trovo che questo essere colpito ed aiutare altri è l’aspetto umano che più mi ha impressionato”.
Infine, de Raemy ha invitato a fare delle riflessioni: “Fermarsi semplicemente cinque minuti nella prima chiesa che si trova aperta e fermarsi davanti al bambino (Gesù, ndr.)“, chiedendo a lui, “che si è manifestato in questa condizione di estrema fragilità per amarci, di insegnaci questa via”.