"Non abbiamo assolutamente nulla contro la preghiera, il rosario o la religione in generale, ma questa paventata contro manifestazione ha valori opposti ai nostri”. Ad affermarlo è Mattia Modini, presidente del Pride 2018, il raduno nazionale per promuovere la conoscenza della comunità di lesbiche, gay, bisessuali e transgender che si terrà a Lugano dal 28 maggio al 3 giugno. Una manifestazione osteggiata da Helvetia Christiana che si è vista negare dal Municipio il permesso di recitare un rosario pubblico in centro per pregare in difesa dei valori cristiani (tra cui la famiglia nel suo senso tradizionale) e la loro restaurazione.
"Noi vogliamo promuovere una totale inclusione delle persone LGBT nella società, combattiamo gli stereotipi e la discriminazione con una manifestazione rispettosa che promuove i diritti di tutti ed è aperta a tutti: famiglie, persone LGBT o eterosessuali di qualsiasi etnia e religione” sottolinea il presidente del primo pride della Svizzera italiana. Nel comitato organizzatore ci sono Imbarco Immediato, Network e Zonaprotetta che godono del sostegno anche del cantone e della città di Lugano che, tramite l’Esecutivo, ha respinto la richiesta presentata da Helvetia Christiana.
La risposta negativa, ha spiegato domenica il sindaco Marco Borradori alle CSI, è stata decisa dopo aver anche visionato gli statuti dell'associazione dai quali è emerso che si tratta di "un'organizzazione ben profilata". Inoltre il parere dei servizi cittadini ricordava che di norma "vengono concesse autorizzazioni a gruppi religiosi solo se riconosciuti da un'istituzione ufficiale e che propongono attività rispettose dei diritti fondamentali".
Diem/CSI