Quando si acquista una lavatrice, un frigorifero o un televisore, sull’oggetto è applicata un’etichetta adesiva, che ne certifica l’efficienza energetica. Perché nel nostro sistema alimentare, che minaccia l’estinzione di 10.000 specie, emette circa il 30% dei gas a effetto serra e causa l’80% dell’inquinamento da azoto e fosforo, non sono presenti etichette simili a quelle degli elettrodomestici? A questo stanno pensando le Nazioni Unite: le etichette ambientali obbligatorie cambierebbero il modo in cui produciamo e consumiamo. Inoltre si parla anche di tassare carne e altri alimenti di origine animale, per il forte impatto ambientale causato dalla loro produzione.
Un’informazione corretta e più dettagliata porterebbe ad un consumo più consapevole e responsabile che potrebbe aiutarci a ridurre il crescente degrado del nostro pianeta.
Tra i quindici studi a livello mondiale considerati i più indicativi e completi sull'impatto dei prodotti alimentari, rientra quello del chimico Massimo Tettamanti, specialista in valutazioni di impatto ambientale e consulente scientifico dell'associazione ATRA di Lugano. Lo incontriamo.
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