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La Recensione

80’s Dark Rome

Una mostra sugli anni Ottanta

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Di: Paolo Prato 

“Cosa resterà di questi anni Ottanta”, cantava Raf sul finire del decennio chiuso con la caduta del Muro e la protesta di Piazza Tienanmen a Pechino. Se la gioventù di allora aveva trovato vari modi per farsi ascoltare, una minoranza aveva deciso invece di farsi vedere, manifestando il proprio dissenso con scelte di stile ostentate, associate a un certo tipo di musica. Neri, non per caso: l’elemento centrale era infatti il colore nero, adottato in tutte le sue possibili declinazioni, da cui prendeva forma una sottocultura (dark in Italia, goth in Inghilterra) nella quale confluivano suoni, umori, atteggiamenti e prese di posizione in grado di affascinare moltitudini sparse un po’ ovunque nell’emisfero occidentale. Quella che l’autorevole rivista The Face definì “l’internazionale del tempo libero”, mise radici anche in Italia ed ebbe in Roma e Firenze i suoi centri propulsori. A distanza di 40 anni la mostra 80’s Dark Rome, allestita al Museo di Roma in Trastevere, è un’occasione per sfogliare l’album dei ricordi, ripensare l’impatto di una stagione che per prima promosse il look a strumento simbolico di comunicazione, nonché soppesarne l’eredità. Ed è un pretesto per riprendere in mano dischi di gruppi che fecero epoca (Joy Division, Bauhaus, Siouxsie and the Banshees, Cure, Nick Cave, Bauhaus, Jesus and Mary Chain) delineando una musica che, pur contigua a new wave, rock metallaro, post-punk e pop elettronico, si smarcava nettamente da tutti quei generi. In mostra sono duecento fotografie scattate da Dino Ignani nelle discoteche e altri locali della capitale a giovani che ne animavano la vita notturna e include ritratti di poeti, critici e musicisti in sintonia con la movida del tempo, da Roberto Agostino a Diamanda Galas. La mostra, a cura di Matteo Di Castro, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, resta aperta fino al 12 gennaio 2025.

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