Ensemble Céladon, “Au douz tens nouvel. Chansons de trouvères”, Ricercar (dettaglio copertina)
La Recensione

L’amor cortese cantato dai trovieri

Ensemble Céladon, “Au douz tens nouvel. Chansons de trouvères”, Ricercar

  • Courtesy: Ricercar label
  • 2.9.2024
  • 24 min
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Di: Paolo Scarnecchia

Questo è il terzo disco dell’Ensemble Céladon dedicato alle diverse forme poetico musicali dell’amor cortese. Dopo il primo dedicato ai trovatori, “Nuits Occitanes”, e il secondo ai minnesänger, “Under der Linden”, mancava il capitolo nel quale emerge un ritratto dell’arte dei trovieri.

I concetti espressi in lingua d’oc, in alto tedesco medio e in lingua d’oïl sono sostanzialmente gli stessi: l’ideale cavalleresco della devozione amorosa nella società feudale che alimenta la fioritura dell’immaginario poetico che permane e si sviluppa nella produzione di chanson dei secoli seguenti, passando dalla monodia alla polifonia.

Il titolo del disco fa riferimento a uno dei temi comuni della poesia cortese, il rifiorire della natura nella bella stagione, evocato attraverso il canto degli uccelli e favorevole al corteggiamento amoroso. Parte dei canti selezionati dall’ensemble sono anonimi, ma tra questi sono presenti i nomi di alcuni autorevoli rappresentanti del canto trovierico: Étienne de Meaux, Gautier de Coincy, Thibault de Champagne, Guiot de Dijon e una delle rare ma significative figure femminili, Maroie de Diergnau.

Le voci di Clara Coutouly e di Paulin Bündgen, che è il direttore dell’Ensemble Céladon, sono accompagnate alternativamente da diverse combinazioni strumentali che comprendono liuto, organetto, ghironda e diversi tipi di flauti e vielle oltre che di percussioni.

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