La fine del 2024 ha visto la polemica provocata dall’invito del rapper Tony Effe al concerto di capodanno di Roma, poi ritirato.
Le proteste vertevano sui testi delle sue canzoni, considerati irrispettosi nei confronti delle donne.
La rivista online Open ha stilato una classifica delle peggiori canzoni del 2024, attraverso critiche decise e rivelando aspetti inquietanti sul decadimento dei contenuti testuali delle canzoni di oggi.
Ma è davvero questo il metro più giusto per valutare ciò che dice la musica popolare? Non c’è una questione più ampia legata alla scarsa qualità dei testi di tante canzoni di successo? In generale, perché le canzoni dovrebbero avere un spessore letterario?
Ne parliamo con il musicologo Paolo Prato e con Ubaldo Stecconi, esperto di comunicazione presso la Commissione europea a Bruxelles.
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