Nei giorni scorsi il quotidiano italiano La Repubblica ha pubblicato una lettera aperta di Daniel Barenboim.
Il direttore d’orchestra israeliano vi racconta il suo dolore per l’attacco della settimana precedente, ma anche la sua personale speranza di pace e convivenza. Pochi giorni fa, sabato 21 ottobre, il sito SlippedDisc.com ha riportato la notizia di alcuni concerti di Fazil Say cancellati nel Regno Unito e in Svizzera.
Il pianista turco aveva pubblicato alcuni post su Twitter, in cui accusava Israele di genocidio.
Fazil Say afferma però anche:
«Ogni individuo dovrebbe avere un’opinione. E, cosa ancora più importante, queste opinioni non dovrebbero influenzare la vita professionale. Io sto dalla parte della pace e dell’umanità. E faccio musica per dare speranza alle persone».

Torna purtroppo di attualità l’ardua questione delle posizioni personali o politiche di alcuni artisti di fama internazionale e della relativa risposta di istituzioni musicali che possono decidere di escluderli dalla loro programmazione.
Patricia Barbetti e Giovanni Conti ne parlano con il maestro Diego Fasolis e con il critico musicale Andrea Ottonello.