Da alcuni anni ormai il campo di studi sulla popular music si avvale di contributi che provengono dalla Storia, i cui metodi e l'approccio alle fonti documentarie stanno aprendo nuovi orizzonti in grado di interpretare meglio i tanti fenomeni (generi, mode, casi mediatici, flussi dei mercati, ecc.) che la sola musicologia non è in grado di spiegare. Libri, convegni, riviste e corsi universitari di taglio internazionale stanno convergendo verso metodologie d’indagine rivolte non solo al presente ma anche al passato, che nel caso specifico (la popular music) riguarda il solo Ottocento.
Una nuova generazione di studiosi e ricercatori, mossa dalla passione per la musica nelle sue tante declinazioni (pop, rock, canzone, musica da ballo), è scesa in campo per testare i propri metodi e strumenti su categorie come il credo politico, l'identità nazionale, gli effetti dell’americanizzazione, la diffusione della canzone italiana all’estero, il consenso e il dissenso attraverso la musica, e così via. Claudio Farinone e Giovanni Conti ne parlano con il Prof. Paolo Carusi, che insegna Storia Contemporanea a Roma Tre e ha appena curato (con Manfredi Merluzzi) un volume collettivo dal titolo "Note tricolori" e Paolo Prato, musicologo.
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