La vicenda di corruzione al SECO ha evidenziato i rischi in Svizzera
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È permesso?

Un nuovo caso di corruzione investe l’Ufficio migrazione del canton Ticino

  • tipress
  • 10.02.2017
  • 39 min
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Un consigliere di stato “furioso”, un mondo politico che comincia a porre domande. Il nuovo caso di corruzione nell’ambito dei tristemente famoso “Ticinogate”, quello dei “permessi facili” fatto scoppiare dalle lettere anonime del Corvo. Un caso clamoroso, che una quindicina di anni fa aveva pesantemente coinvolto anche i vertici della Magistratura ticinese.

Ma poi, nonostante il devastante campanello d’allarme, altri casi sono venuti alla luce, lamenta la parlamentare PPD, Sabrina Gendotti, che in un’interrogazione al Governo chiede di quantificare il fenomeno. E nota: “Vi sono settori dell’Amministrazione pubblica più esposti di altri – scrive la deputata – in particolare quelli che concedono permessi e quelli che distribuiscono appalti”. Da una parte è un bene, segno che gli anticorpi funzionano; dall’altra, cresce il timore che il fenomeno della corruttela possa attecchire anche alle nostre latitudini.

Sei gli arresti per questo nuovo caso. Si parla di una ventina di permessi falsi rilasciati. Coinvolti anche un dipendente e una ex dipendente dell’Ufficio cantonale migrazione. Sono accusati, con gli altri quattro a vario titolo, di tratta di esseri umani, corruzione, falsità in certificati e infrazione alla legge federale sugli stranieri. Tra gli arrestati, un 25enne titolare di un’impresa di costruzione in liquidazione. Secondo l’accusa, avrebbe brigato per far ottenere permessi di dimora B in Ticino e in altri cantoni elvetici, potendo contare sulla complicità appunto di due complici all’interno dell’Ufficio migrazione.

L’inchiesta – ha precisato il direttore del Dipartimento Istituzioni, Norman Gobbi, ha preso avvio da una segnalazione e una denuncia presentate dalla stessa capa dell’Ufficio, Morena Antonini. Tuttavia, si levano ora molte voci che chiedono misure adeguate per fronteggiare un fenomeno insidioso e che potrebbe minare la fiducia nelle istituzioni.

Modem ne parla con:
Norman Gobbi, direttore del Dipartimento Istituzioni
Tiziano Balmelli, esperto di lotta alla corruzione, attualmente attivo al Dipartimento Federale Affari Esteri
Guido Corti, già giurista del Consiglio di Stato
e in un’intervista registrata, Eric Serge Jeannet, vicedirettore del Controllo federale delle finanze

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