Le pagine di Wikipedia sono state oscurate 24 ore per cercare di sensibilizzare gli internauti sul presunto pericolo costituito da questa riforma sui diritti d’autore (o copyright) ma non è bastato. Il Parlamento europeo ha infatti approvato le nuove regole sul diritto d'autore su Internet con 348 sì, 274 no e 36 astenuti ed ora spetterà agli Stati membri, nelle prossime settimane, dare l'ultimo assenso formale.
Le nuove norme sul copyright, che includono salvaguardie alla libertà di espressione, consentiranno a creatori ed editori di notizie di negoziare con i giganti del web. YouTube, Facebook e Google News sono alcune delle piattaforme online che d’ora in poi diverranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sui loro siti e del rispetto dei relativi diritti d’autore. Musicisti, artisti, creativi ed editori, potranno così negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall'utilizzo delle loro opere diffuse sulle piattaforme web. Gli editori di stampa acquisiscono inoltre il diritto di negoziare accordi (che restano facoltativi) sui contenuti editoriali utilizzati dagli aggregatori di notizie.
Gli oppositori a questa riforma hanno paventato la riduzione di uno spazio aperto di libertà di espressione costituito da Internet ma secondo i sostenitori per gli utenti non dovrebbe cambiare nulla: Non sono previste tasse sui link e gli snippet brevi - ossia le corte frasi di presentazione di un articolo che compaiono per esempio nei feed di notizie di Google o sulle bacheche Facebook - restano fuori dalla tutela dei diritti d'autore. Il caricamento di opere protette per citazioni, critiche, recensioni, caricature, parodie o pastiche è poi stato protetto ancor più di prima. Per l’associazione dei consumatori europei, invece, "i consumatori dovranno pagarne le conseguenze di questa decisione" in quanto "gli europarlamentari hanno scelto di ignorare le loro preoccupazioni".
Cosa comporta dunque realmente la decisione di Strasburgo? I moltissimi giovani che sono scesi in piazza per difendere lo statu quo si sono allarmati per nulla? La Svizzera, che in genere segue la legislazione europea in materia, si adeguerà?
Per cercare di dare una risposta ai diversi interrogativi suscitati dalla decisione del Parlamento europeo a Modem intervengono:
Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia;
Silvia Costa, europarlamentare del PD e portavoce per la cultura del gruppo socialista e democratico.
Stefano Keller, responsabile SUISA per la Svizzera italiana;
Giovanni Ziccardi, UNI Statale Milano, prof. informatica giuridica esperto diritti d’autore.
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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