Il Consiglio federale annuncerà fra poche ore le nuove misure destinate a frenare la diffusione del nuovo coronavirus. Fra queste, poste in rapida consultazione, figurano la chiusura di bar, ristoranti, negozi e attività sportive alle 19.00, nonché le domeniche e un limite di 5 persone appartenenti ad al massimo due nuclei famigliari per gli eventi privati. Questi provvedimenti potrebbero venir applicati già da sabato 12 dicembre e fino al 20 gennaio.
Il Consigliere federale Alain Berset, responsabile della sanità, ha ricordato che in Romandia, dal 4 novembre, la chiusura negozi, ristoranti e bar ha portato rapidamente ad un calo dei casi di infezione perché ha ridotto le occasioni di incontro. Il Governo vuole inoltre sostenere finanziariamente chi subisce questa situazione per cui i dipartimenti sono stati incaricati di esaminare le misure per un eventuale indennizzo dei settori più colpiti e di presentare proposte adeguate entro il 18 dicembre.
“La situazione epidemiologica rende necessario un giro di vite”, ha spiegato la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. In questi ultimi giorni i casi di contagio si attestano ormai sulle 4000 unità, ma i cantoni svizzero-romandi hanno preso decisamente male le misure proposte chiedendo quattro modifiche alle proposte di Berna: in particolare, se la chiusura dei bar alle 19.00 risulta tollerabile, quella dei ristoranti no. Niente misure specifiche supplementari per le domeniche e i giorni festivi ed infine i teatri, i cinema e le sale per spettacoli dovrebbero poter accogliere fino a 50 persone.
In Romandia, ma anche a Coira e parzialmente a Bellinzona, insomma, non si capisce perché chi ha assunto le proprie responsabilità debba ora vedersi penalizzato da nuove misure proprio quando bar e ristoranti si apprestavano a riaprire i battenti. Un federalismo “a geometria variabile” che risulta indigesto non solo in terra francofona e che pone interrogativi su una convivenza che il Covid-19 sta mettendo a dura prova.
Per parlarne intervengono:
Franco Cavalli, medico;
Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato ticinese;
Sean Müller, professore di scienze politiche all’Università di Losannna;
Gianluca Olgiati, giornalista RSI;
Mauro Poggia, Consigliere di Stato ginevrino.
In registrato: Giorgio Merlani, medico cantonale ticinese.
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